Con l’avvicinamento della prova iridata di Doha, mi sono riproposto di trovare i percorsi dei Mondiali in modo da analizzarne l’evoluzione e di avere indicazioni sui tracciati più vecchi, su cui si è fatta la storia del ciclismo. La raccolta di informazioni non è stata semplice e devo ringraziare quelli che hanno caricato i video su youtube, la raccolta del forum Ciclopassione, gli incredibili archivi di Erfgoed Leiden en Omstreken, fondamentali per gli anni ’50 e ’60, quelli del giornale L’Auto su Gallica e de Il Littoriale per gli anni ’30.
Per i profili ho usato gli editor di cronoescalada, openrunner e ridewithgps.
-Nürburgring 1927 (x8)
Il primo campionato del mondo per professionisti fu organizzato sullo storico circuito automobilistico del Nürburgring, “L’Inferno Verde”, ma con una variante: non si passava per il celeberrimo Karussel, ma per il terrificante muro dello Steilstrecke (profilo – video), rendendo il tracciato ancora più impegnativo, tanto che Georges Ronsse (che poi vincerà i due anni successivi) si ritirò nel terzo giro dicendo: “Io abbandono, è troppo duro!” L’autodromo verrà riproposto in altre due occasioni dall’UCI (ma nel circuito classico) e in altre corse minori: dopo qualche anno di assenza dal calendario internazionale quest’anno la Rad-am-Ring è salita alla categoria 1.1. Ad aggiudicarsi la vittoria fu Alfredo Binda, il primo dei suoi tre trionfi iridati. Mappa interattiva – risultati
-Budapest 1928
Tracciato in linea essenzialmente pianeggiante nei pressi della capitale magiara. Come detto, a vincere fu il belga Georges Ronsse. Mappa interattiva – risultati
-Zurich 1929
Percorso nuovamente in linea, questa volta però con diverse asperità. A vincere fu di nuovo Ronsse, con Binda che si dovè accontentare del 3° posto. Mappa interattiva – risultati
-Liège 1930
Mondiale di 210 km senza circuiti, tutto in linea. Il tracciato serpeggiava tra le Ardenne, passando su alcune côte de La Doyenne. Nel finale infatti si dovevano scalare Hautregard, Mont Theux e Forges, un classico del passato. Secondo titolo per Alfredo Binda. Mappa interattiva – risultati
-Copenhagen 1931
Edizione molto particolare visto che fu corsa su 172 km, ma nella modalità di cronometro individuale. Percorso completamente pianeggiante. A trionfare fu la Locomotiva umana, Learco Guerra. (Le informazioni per questo percorso ci sono state fornite da Mauro Facoltosi) Mappa interattiva – risultati
-Roma 1932 (x3)
Circuito molto lungo da ripetere tre volte, con tre salite senza respiro tra di loro, l’ultima piuttosto lunga. Si doveva infatti scalare fino a Grottaferrata, poi la salita di Frascati e quella di Rocca di Papa, quest’ultima posizionata a 40 km dal traguardo. Ad inizio giro c’era da affrontare anche un breve tratto di pavé sull’Appia Antica. Fu doppietta italiana con Binda, al terzo titolo iridato, e Bertoni. Mappa interattiva – risultati
-Montlhery 1933 (x20)
A Montlhery si ritorna su un tracciato automobilistico, che mancava dal 1927 nella rassegna iridata. Il circuito contava della sola Côte Lapize come difficoltà altimetrica, ma era pieno di curve. Ad alzare le braccia fu il beniamino di casa Georges Speicher. Mappa interattiva – risultati
-Leipzig 1934 (x24)
Circuito piatto nel centro di Lipsia. Vinse il giovanissimo (solo 20 anni) belga Karel Kaers, come pronosticato da Henri Pelissier in una intervista pre-Mondiale su L’Auto. Mappa interattiva – risultati
-Floreffe 1935 (x16)
Di nuovo protagonista un tracciato per bolidi, questa volta moto, ai Mondiali. Circuito con una salita molto vicina al traguardo. La vittoria andò a Jean Aerts, primo corridore capace di vincere il titolo iridato sia da amatore (nel 1927) che da professionista. Mappa interattiva – risultati
-Berne 1936 (x30)
Prova iridita che si svolgeva nel circuito automobilistico di Berna, il Bremgarten. Tracciato molto breve, con una sola asperità da ripetere ben 30 volte. Il francese Antonin Magne dominò infliggendo un distacco di quasi 9’30” al 2° classificato. Mappa interattiva – risultati
-Copenhagen 1937 (x30)
Il circuito si sviluppava nella vicina Lundtofte. Percorso che girava intorno all’aerodromo, pianeggiante, con alcune curve e la minaccia del vento. Vinse il belga Eloi Muelenberg. Mappa interattiva – risultati
-Valkenburg 1938 (x27)
L’ultimo Mondiale ad aver preceduto la II Guerra Mondiale fu disputato a Valkenburg, la città che ha ospitato in più occasioni (ben 5) la prova iridata. In questo caso l’unica asperità che veniva affrontata era quella del Cauberg (all’epoca in lastricato), anticipato della discesa del Geulhemmergerg, sterrata secondo alcune fonti. Va però specificato che all’epoca non era una rarità com’è invece ai giorni nostri. Il traguardo era più vicino al Cauberg rispetto alle edizioni più recenti, solamente 1 km dopo. La vittoria andò al belga Marcel Kint. Mappa interattiva – risultati
-Zurich 1946 (x20)
La neutrale Svizzera fu scelta come prima nazione ospitante del dopoguerra. Tracciato nei dintorni di Zurigo, con uno strappo all’inizio e il traguardo in leggera ma costante ascesa. L’elvetico Hans Knecht impedì il back-to-back a Marcel Kint. Mappa interattiva – risultati
-Reims-Gueux 1947 (x35)
Circuito che calcava precisamente il tracciato automobilistico di Reims-Gueux. Percorso decisamente pianeggiante e poco impegnativo. Vinse l’olandese Theo Middelkamp. Mappa interattiva – risultati
-Valkenburg 1948 (x26)
Praticamente lo stesso circuito di dieci anni prima (solo 100 metri di differenza), ma con una guerra di mezzo. La vittoria questa volta andò a Alberic “Briek” Schotte, con distacchi abissali sugli avversari. Mappa interattiva – risultati
-Copenhagen 1949 (x33)
Il percorso era quasi identico a quello del 1937, con la sola aggiunta di un “salitella” (2% di massima, ma la vendevano come tale) che allungò il circuito di 300 metri. Era la stagione d’oro di Coppi (vinse Sanremo-Giro-Tour-Lombardia) e voleva portarsi a casa la prima maglia iridata. Nonostante il semplicissimo percorso, riuscì a portare via una fuga di tre uomini, ma a vincere fu Rik Van Steenbergen, al primo centro mondiale. Mappa interrattiva – risultati
-Moorslede 1950
Questo è stato uno dei tracciati più strani della storia: 2 passaggi nel circuito corto, 2 in quello lungo e per finire 7 in quello iniziale. Percorso comunque pianeggiante, ma con alcuni tratti di pavé. A differenza di quanto qualcuno riporta erroneamente, non si scalava il Kemmelberg, ma solo il Rodeberg (Mont Rouge). Ad imporsi fu nuovamente “Briek” Schotte. Mappa interattiva – circuito – risultati

-Varese 1951 (x12)
Il Passo della Motta Rossa conta 5 km, ma la pendenza media (circa 3%) non lo rende esageratamente impegnativo. La maglia iridata andò sulle spalle di Ferdy Kubler, che anticipò i due italiani Magni e Bevilacqua. Un circuito quasi identico fu usato nella prova a cronometro femminile del 2008. Info – mappa interattiva – risultati – video
-Luxembourg 1952 (x16)
Percorso molto semplice, da 40 di media, con solo qualche “dentello”. Molti corridori dell’epoca si lamentarono con UCI e organizzatori. A sorpresa vinse il semi-sconosciuto Hanz Müller. Nella volata finale si ruppe la sella a Fiorenzo Magni (poi 4°), mentre era in rimonta, almeno secondo le cronache. Mappa interattiva – risultati
-Lugano 1953 (x18)
La breve salita di Crespera è bastata a Fausto Coppi per demolire i suoi avversari e aggiudicarsi il suo primo ed unico titolo mondiale. Mappa interattiva – risultati
-Solingen 1954 (x16)
Nel circuito automobilistico del Klingenring fu organizzato uno dei Mondiali più duri della storia, con un percorso impegnativo e tempo da lupi. Non a caso a vincere fu un grande scalatore come Louison Bobet. Mappa interattiva – risultati – video
-Frascati 1955 (x14)
Tracciato complicato a Frascati, con arrivo in salita. Il grande caldo condizionò la corsa, con molti big (Bobet, Coppi e Magni tra i tanti) costretti al ritiro. A festeggiare fu il belga Stan Ockers. Mappa interattiva – risultati
-Copenhagen-Ballerup 1956 (x22)
Percorso completamente pianeggiante per Copenhagen, che ospitò per la quarta volta (quinta considerando quella del 1921, dove professionisti e dilettanti correvano ancora insieme) i Mondiali. Il Belgio dominò la prova, conquistando le posizioni 1°-2°-4°-5°-6°. La vittoria andò a quel fenomeno chiamato Rik Van Steenbergen, che chiuse davanti all’altro Rik (Van Looy). Mappa interattiva – risultati
-Waregem 1957 (x12)
Circuito piuttosto semplice, con la sola asperità del Tiegemberg (famoso ai giorni nostri per essere l’ultima difficoltà della E3 Harelbeke) a metà corsa e qualche tratto di pavé. Van Steenbergen riuscì a vincere in casa ed arrivare alla quota di tre maglie iridate, secondo dopo Binda. Mappa interattiva – risultati
-Reims-Gueux 1958 (x14)
Percorso complicato nella prima parte, mentre nel finale si passava sul vecchio circuito automobilistico di Gueux. Ercole Baldini arrivò solo e con un gran vantaggio. Mappa interattiva – risultati
-Zandvoort 1959 (x28)
Tracciato completamente pianeggiante sulla costa olandese. Negli ultimi 3 km i ciclisti passarono nel circuito automobilistico della città. Ad imporsi fu André Darrigade. Mappa interattiva – risultati
-Hohenstein-Sachsenring 1960 (x32)
Per il terzo anno consecutivo è un circuito motoristico ad ospitare la rassegna iridata, questa volta nella sua interezza. Il circuito del Sachsenring presenta una sola asperità, ma l’alto numero di giri rese sicuramente complicata la corsa. Fu Van Looy a vestirsi con i colori dell’arcobaleno. Mappa interattiva – risultati
-Berne 1961 (x22)
Tracciato esigente, ma non duro, quello svizzero, con Van Looy che riuscì a bissare il successo dell’anno precedente. Mappa interattiva – risultati
-Salò 1962 (x23)
L’ascesa di Tormini in partenza era la difficoltà più importante del giorno, con lo strappo di Belvedere proprio sul traguardo a definire il vincitore. A trionfare in solitaria fu il francese Jean Stablinski. Mappa interattiva – risultati
-Ronse 1963 (x17)
Il protagonista è il Kruisberg, ma non dall’Oudestraat (versante da cui viene affrontato durante il Giro delle Fiandre). Percorso relativamente semplice in cui a dominare fu di nuovo il Belgio, con Benoni Beheyt al primo posto e Rik Van Looy a chiudere la doppietta, ma quest’ultimo non la prese molto bene, per usare un eufemismo, ostacolando la carriera del povero vincitore, reo di aver battuto il suo capitano, in caccia dello storico tris. Mappa interattiva – risultati
-Sallanches 1964 (x25)
Un tratto pianeggiante sulla costa del fiume Arve precedeva l’unica ascesa di giornata. 2800 metri non troppo arcigni erano l’unica possibilità degli scalatori di fare la differenza. Discesa altrettanto lunga e arrivo davanti all’aerodromo. Tra i professionisti a trionfare fu Jan Janssen, in una volata a tre contro Adorni e Poulidor. La prova dei dilettanti la vinse un giovanissimo Eddy Merckx, che si prese la sua prima maglia iridata dopo aver staccato i compagni di fuga sulla salita dell’ultimo giro. Mappa interattiva – risultati
-Lasarte 1965 (x14)
Il tracciato seguiva quasi interamente il circuito automobilistico del luogo (mappa). Le salite erano poco più che strappi, con l’ultima a circa 5 km dal traguardo. La vittoria andò a Tom Simpson che batté in uno sprint a due il tedesco Rudi Altig. Informazioni sul percorso trovate nell’archivio di Mundo Deportivo. Mappa interattiva – risultati – video
-Nurburgring 1966 (x12)
Seconda prova iridata nell’Inferno Verde, questa volta nell’anello classico. A vincere fu il fenomenale Rudi Altig, che si prese la rivincita per l’anno prima davanti ad avversari del calibro di Anquetil e Poulidor, rispettivamente 2° e 3°, e Gianni Motta, vincitore in carica del Giro. Mappa interattiva – risultati – video
-Heerlen 1967 (x20)
Circuito semplice, con solo una piccola asperità, nei Paesi Bassi. La vittoria andò al Kannibaal Eddy Merckx, campione del mondo per la prima volta tra i professionisti (vinse tra i dilettanti nel 1964). Mappa interattiva – risultati – video
-Imola 1968 (x18)
Tracciato relativamente duro sul circuito di Tre Monti, con un’unica salita a metà percorso, divisa in due. I primi e gli ultimi chilometri si svolgono nell’autodromo di Imola. La garà fu caratterizzata da una fuga con ciclisti del calibro di Van Looy, Agostinho e Adorni. Quest’ultimo s’involò in solitaria a circa 90 km dal traguardo per andare a vincere con l’incredibile vantaggio di 9’50” sul secondo classificato. Mappa interattiva – risultati – video

-Zolder 1969 (x30)
È possibile disegnare un percorso peggiore di quello di Zolder 2002 in Belgio? Sì, e ci riuscirono nel 1969 nella stessa località fiamminga. Protagonista era il famoso circuito automobilistico, che comprendeva quasi il 50% del tracciato. A vincere fu l’olandese Harm Ottenbros. Mappa interattiva – risultati – video
-Leicester 1970 (x18)
Percorso molto semplice per il primo Mondiale inglese. Per circa 1,5 km si passava sul circuito di Mallory Park. Il vincitore però fu il magnifico Jean-Pierre Monseré (argento l’anno prima… tra i dilettanti), un talento incredibile, che purtroppo morì solamente 7 mesi dopo. Mappa interattiva – risultati – video
-Mendrisio 1971 (x16)
Esigente percorso svizzero, con la Torrazza di Novazzano (presente anche nel 2009) a decidere la corsa. Duello titanico tra Merckx e Gimondi, con l’indelebile immagine dei due affiancati sulla salita, con l’italiano che si ruppe addirittura la mandibola per tenere la ruota del belga. A vincere fu il Cannibale. Mappa interattiva – risultati – video
-Gap 1972 (x18)
Circuito complicato, con due salite, ma senza pendenze degne di nota. Indimenticabile il finale con Marino Basso che va a riprendere il compagno di squadra Bitossi, poi 2°. Mappa interattiva – risultati – video
-Barcelona 1973 (x17)
A detta di molti, il miglior Mondiale della storia. Non per il percorso, che prevedeva l’ascesa al Montjuic e un lungo tratto pianeggiante intermedio sfavorevole a qualsiasi azione solitaria, ma per la risoluzione e le conseguenze. A vincere fu Felice Gimondi , che si prese la rivincita per tre anni prima su Merckx (solo 4°), su un giovanissimo Freddy Maertens e Luis Ocaña. Mappa interattiva – risultati – video
-Montréal 1974 (x21)
Per la prima volta nella storia la rassegna iridata abbandona il Vecchio Continente e lo fa per approdare in Canada. Furono affrontate le stesse due salite dell’attuale GP de Montréal, oltre ad una breve côte (du Vesinet). L’arrivo rispetto alla prova WT è però più vicino al Polytechnique. La maglia iridata andò per la terza volta sulle spalle di Merckx. Mappa interattiva – risultati – video
-Yvoir 1975 (x20)
La piccola località della Vallonia presentò un percorso con le difficoltà concentrate alla fine e l’arrivo in cima ad una salita. Il Belgio si presentava con De Vlaeminck e Merckx, ma fu beffato da Hennie Kuiper. Mappa interattiva – risultati – video
-Ostuni 1976 (x8)
Uno dei circuiti più lunghi della storia, ma con poche difficoltà altimetriche. A vincere fu il magnifico Freddy Maertens su Francesco Moser. Info – mappa interattiva – risultati – video
-San Cristobal 1977 (x15)
Secondo Mondiale extra-europeo, il tracciato venezuelano era piuttosto esigente. Moser riuscì a rifarsi della sconfitta dell’anno precedente. Mappa interattiva – risultati
-Nürburgring 1978 (x12)
Terza ed ultima occasione in cui il complicato circuito automobilistico ha ospitato un Mondiale. Moser fu di nuovo secondo, per un soffio dietro a Gerrie Knetemann. Mappa interattiva – risultati
-Valkenburg 1979 (x17)
Dopo una lunga assenza (ben 31 anni) la rassegna iridata torna a Valkenburg e lo fa sostituendo la discesa del Geulhemmergerg con il semplice Bemelerberg. A vincere fu l’idolo di casa Jan Raas, in una volata ristretta segnata dalla caduta di Battaglin. Mappa interattiva – risultati
-Sallanches 1980 (x20)
Per molti il Mondiale più duro della storia, con ragione probabilmente. La dura Côte de Domancy in mezzo al percorso e le condizioni meteo hanno permesso a solamente 15 corridori, su 107 partenti, di giungere al traguardo. Trionfò Hinault. Questo tracciato è stato più volte usato al Criterium du Dauphine e la salita è stata protagonista nella cronoscalata del Tour 2016. Mappa interattiva – risultati – video
-Prague 1981 (x21)
Circuito ondulato, ma non particolarmente selettivo. L’ultima (semplice) asperità si concludeva a soli 700 metri dal traguardo, con il finale in leggera ascesa. Maertens mise il secondo sigillo, battendo in volata Saronni e Hinault. Mappa interattiva – risultati – video
-Goodwood 1982 (x18)
Quello di Goodwood fu principalmente un “uphill sprint” puro, con la sola ascesa finale a caretterizzare il percorso. Dopo 8 km si passava per il circuito motoristico della città. La famosa fucilata di Saronni gli valse il titolo. Mappa interattiva – risultati – video
-Altenrhein 1983 (x18)
Difficile percorso svizzero, con le salite relativamente lontane dal traguardo. Prima maglia arcobaleno per Greg LeMond. Mappa interattiva – risultati
-Barcelona 1984 (x19)
Stesso arrivo del 1973, ma circuito decisamente più impegnativo, con molti sali-scendi e strade strette. Fu Claude Criquielion ad aggiudicarsi il titolo iridato. Mappa interattiva – risultati – video
-Montello 1985 (x18)
La sola salita del Montello creò una buona selezione e Joop Zoetemelk (a 40 anni, il più vecchio vincitore della storia) riuscì ad anticipare i più quotati LeMond e Argentin, che lo accompagnarono sul podio. Info – mappa interattiva – risultati – video
-Colorado Springs 1986 (x17)
Gli stradoni dell’Air Force Academy ospitarono i Mondiali del 1986, su un percorso ondulato, ma non particolarmente duro. La vittoria andò ad uno dei più forti vallonari di tutti i tempi, Moreno Argentin. Mappa interattiva – risultati – video
-Villach 1987 (x23)
Circuito mosso, ma in cui non era facile fare la differenza. L’Irlanda controllò la corsa per Sean Kelly, ma Roche riuscì ad anticipare la volata, nonostante avesse lavorato durante tutto l’ultimo giro per il capitano. Era il suo anno. Mappa interattiva – risultati – video
-Ronse 1988 (x20)
Torna Ronse dopo 25 anni, ripetendo il Kruisberg, ma aggiungendo Hotond e ponendo l’arrivo sulle strade della città, a salita iniziata. Fu un Mondiale drammatico per il Belgio: Criquielion, lanciato verso il trionfo, fu atterrato da Steve Bauer. La vittoria andò a Fondriest, che sembrava tagliato fuori nella volata a tre. Qui fu scattata una delle foto più iconiche della storia del ciclismo. Mappa interattiva – risultati – video
-Chambery 1989 (x21)
Uno dei percorsi più duri di sempre corso sotto un tempo da lupi. All’ultimo giro, sulla salita di Montagnole, si assisté ad un gran duello tra Fignon e LeMond. Riuscì poi a rientrare Kelly, ma i suoi sogni di gloria furono infranti dal secondo titolo dell’americano. Mappa interattiva – risultati – video
-Utsunomiya 1990 (x18)
Diversi strappi a caretterizzare il percorso, con il più duro proprio all’inizio del circuito. Il Belgio fece una doppietta sorprendente, con Dhaenens che concluse davanti a De Wolf. Lo stesso circuito veniva usato alla Japan Cup fino al 2015, quando è stata tagliata la parte finale. Mappa interattiva – risultati – video
-Stuttgart 1991 (x16)
Mondiale caratterizzato da una salita lunga ma non particolarmente arcigna. Gli scalatori riuscirono comunque a fare la differenza: il gruppo di 4 che si gioco la vittoria era composto da Indurain, Mejia, Rooks e Bugno. Ad alzare le braccia fu quest’ultimo. Mappa interattiva – risultati – video
-Benidorm 1992 (x12)
Tracciato costituito nuovamente da un’ascesa lunga e pedalabile. Il rettilineo finale era in leggera salita e vide la magnifica volata che portò al bis di Gianni Bugno. Mappa interattiva – risultati – video
-Oslo 1993 (x14)
Mosso ma non duro, il Mondiale di Oslo venne reso una gara ad eliminazione dal diluvio che si abbatté sui corridori. A trionfare fu un giovanissimo (solo 21 anni) Lance Armstrong. Al secondo posto si piazzò Miguel Indurain. Mappa interattiva – risultati – video
-Agrigento 1994 (x19)
Circuito impegnativo, caratterizzato dal complicato arrivo in salita tra le vie della città siciliana. La nazionale francese gestì alla perfezione il finale e portò alla vittoria Leblanc, che chiuse davanti a Chiappucci e al connazionale e compagno di squadra Virenque. Mappa interattiva – risultati – video
-Duitama 1995 (x15)
Senza dubbio il Mondiale più adatto agli scalatori puri della storia del ciclismo. E non solo per la durezza di El Cogollo, ma anche per il fatto che la prova si mantenne costantemente sopra i 2490 metri di altitudine. La nazionale spagnola anticipò gli avversari di Indurain con Olano, che riuscì poi ad arrivare al traguardo in solitaria, nonostante una foratura nel finale. Mappa interattiva – risultati – video
-Lugano 1996 (x15)
Quello svizzero dovrebbe essere secondo me il circuito di base per ogni Mondiale duro: due salite, la prima più impegnativa e arrivo dopo circa 3 km dalla fine della discesa. Vinse il titolo Johan Museeuw, su un percorso che sembrava troppo duro per lui, grazie ad una “fuga”, da cui attaccò insieme a Gianetti (poi 2°). Mappa interattiva – risultati – video
-San Sebastian 1997 (x19)
Tracciato semplice, per la maggior parte del tempo su strade ampie. A metà della prova era previsto un piccolo strappo, non sufficiente comunque a fare una seria selezione. Grazie alle condizioni meteo avverse, la corsa si ruppe e si giocò la vittoria una fuga tardiva, con Brochard vincitore. Mappa interattiva – risultati – video
-Valkenburg 1998 (x15)
Circuito quasi identico a quello del ’79 (solo alcune centinaia di metri erano diverse), con il solito Cauberg protagonista. Anche questa edizione si svolse in condizioni meteo difficili. Oscar Camenzind arrivò al traguardo da solo, seguito da Van Petegem e Bartoli. Mappa interattiva – risultati – video
-Verona 1999 (x16)
La pedalabile salita di Torricelle era l’unica difficoltà di un percorso comunque interessante. Primo colpo di Oscar Freire, che riuscì ad anticipare gli avversari attaccando a 700 metri dalla linea d’arrivo. “El genio del arcoíris”. Mappa interattiva – risultati – video
-Plouay 2000 (x19)
Tracciato non particolarmente impegnativo, con due strappi, ma non sufficientemente duri. Praticamente identico al circuito breve che decide il Gp de Plouay, ma con un inizio diverso della Ty Marrec: sulla strada principale per il Mondiale, in una più stretta e dura per la classica di categoria WT. Nella caotica volata a spuntarla fu il lettone Vainsteins. Mappa interattiva – risultati – video
-Lisboa 2001 (x21)
Percorso piuttosto duro sulla carta, ma gli scalatori non riuscirono a fare la differenza, tranne Simoni, che fu poi ripreso “grazie” soprattutto al lavoro della sua nazionale. Secondo sigillo di Freire. Mappa interattiva – risultati – video
-Zolder 2002 (x20)
Tracciato semplicissimo, con uno sprint praticamente assicurato fin dalla vigilia. La corsa si concludeva nell’autodromo di Zolder. La vittoria andò a Cipollini. Mappa interattiva – risultati – video
-Hamilton 2003 (x21)
La rassegna iridata torna in Canada 29 anni dopo Montreal 1974 e lo fa con un percorso complicato, ma che si svolgeva per molti chilometri su delle strade molto ampie. La Spagna riuscì a chiudere con una doppietta, con Astarloa a precedere un giovanissimo Valverde. Mappa interattiva – risultati – video
-Verona 2004 (x18)
Dopo soli 5 anni la città veneta ospita nuovamente il Mondiale. Il circuito era molto simile a quello precedente, ma venne accorciato leggermente togliendo un tratto pianeggiante nella prima metà. Tris storico di Freire, che raggiunse Binda, Van Steenbergen e Merckx come plurivincitori. Mappa interattiva – risultati – video
-Madrid 2005 (x13)
Circuito mosso tra le strade della capitale spagnola, senza però pendenze capaci di selezionare i più forti. A vincere nella volata finale fu Tom Boonen, davanti a Valverde. Mappa interattiva – risultati – video
-Salisburgo 2006 (x12)
Continuando la serie di percorsi da volata ristretta, quello austriaco prevedeva le asperità concentrate a metà gara, con un finale pianeggiante che favoriva il ritorno del gruppo. Nelle curve finali però Samuel Sanchez riuscì a staccare un drappello di quattro corridori, con Bettini, Zabel e il compagno di squadra Valverde, ordinati secondo le posizioni sul podio finale. Mappa interattiva – risultati – video
-Stuttgart 2007 (x14)
Circuito decisamente complicato a Stoccarda, con le salite concentrate nella prima parte e il finale in leggera salita. Bis di Bettini. Mappa interattiva – risultati – video
-Varese 2008 (x15)
Tracciato non duro, ma comunque buono, con due asperità e il finale nell’ippodromo “Le Bettole”. La nazionale italiana dominò in lungo e in largo la gara, chiusa con la doppietta Ballan-Cunego. Mappa interattiva – risultati – video
-Mendrisio 2009 (x19)
Circuito sicuramente duro, con la salita di Castel San Pietro (conosciuta anche come Acquafresca) all’inizio e la Torrazza di Novazzano, presente anche nel 1971, nel finale. Cadel Evans si presentò al traguardo in solitaria. Mappa interattiva – risultati – video
-Geelong 2010 (x11)
Un lungo tratto in linea (di 82,5 km) precedeva l’entrata nel circuito. Questo conteneva due impegnativi strappi su cui Gilbert riuscì a staccare tutti, ma il lungo tratto pianeggiante e il vento contrario lo fermarono. L’arrivo in leggera salita premiò Thor Hushovd. Mappa interattiva – risultati – video
-Copenhagen 2011 (x17)
Tratto in linea decisamente più corto (22 km) e 17 giri ad un circuito pianeggiante. L’arrivo era in leggerissima salita. A vincere fu Mark Cavendish. Mappa interattiva – risultati – video
-Valkenburg 2012 (x10)
Altro tratto in linea per iniziare, questa volta di 28 km, per poi raggiungere lo stesso circuito del 1979, con Bemelerberg e Cauberg. Sulla sua salita, Gilbert staccò tutti e giunse al traguardo a braccia alzate. Mappa interattiva – risultati – video
-Firenze 2013 (x10)
Per il 4° anno consecutivo la prova iridata parte con un tratto in linea, questa volta di 106,6 km tra le campagne toscane. Il circuito era molto duro, con l’impegnativa salita a Fiesole e il breve ma arcigno strappo di Via Salviati. A vincere fu Rui Costa, dopo un ultimo giro fantastico. Ho usato il profilo ufficiale perché è di gran lunga il migliore mai presentato per un Mondiale. Mappa interattiva – risultati – video
-Ponferrada 2014 (x14)
Torna il classico modello composto da soli circuiti. Le ascese di Montenares e Compostilla non erano sufficientemente difficili per favorire gli scalatori, ma il percorso era comunque esigente. La scelta del circuito fu combattuta, con l’UCI che rifiutò la proposta del Lombillo e altre alternative per migliorarlo. Ad esultare fu Kwiatkowski, che anticipò gli avversari nella discesa della penultima salita. Mappa interattiva – risultati – video
-Richmond 2015 (x16)
Tracciato in gran parte pianeggiante, ma che nell’ultima parte presentava una serie di tre brevi strappi, i primi due in pavè (non comunque paragonabile a quello delle Fiandre). A vincere fu Peter Sagan, muovendosi sulla penultima difficoltà. Mappa interattiva – risultati – video
-Doha 2016 (x7)
Torna di moda la partenza in linea, con un tratto di 151 km in mezzo al deserto, praticamente unico oggetto di interesse in caso di presenza di vento, che infatti fece esplodere la corsa. Nel circuito, il più piatto della storia, il gruppo degli attaccanti non fu anticipato e la volata se la aggiudicò Peter Sagan, al bis consecutivo. Sul podio anche Cavendish e Boonen. Per la prima volta nella storia tutti e tre i componenti avevano già indossato la maglia iridata in passato. Mappa interattiva – risultati – video
-Bergen 2017 (x12)
Nuova partenza con un tratto in linea (di 41 km) prima di raggiungere il circuito (profilo completo). Questo prevedeva tre salite nella prima metà, con Salmon Hill (sul Mount Ulriken) come protagonista. Questa però era molto lontana dal traguardo (circa 11 km). La parte finale era caratterizzata da qualche sali-scendi e un tratto in lastricato a 3 km dal traguardo. Sagan riuscì a cogliere uno storico tris consecutivo aspettando la volata. Il gruppo riacciuffò gli attaccanti in extremis. Mappa interattiva – risultati – video
-Innsbruck 2018
Abbiamo seguito passo passo lo svelamento di questo percorso nell’articolo Possibilità per Innsbruck 2018. Il tracciato era molto impegnativo, uno dei più duri della storia, con un tratto in linea all’inizio (che comprendeva la dura ascesa di Schlögelsbach/Gnadenwald), il circuito di Igls da ripetere in 6 occasioni e quello di Gramart per l’ultima tornata. Corsa di logoramento fino all’ultimo giro, con il muro che decise la corsa, come prevedibile. Finalmente, dopo ben 15 anni dalla prima medaglia, Valverde riuscì a vincere la tanto agognata maglia arcobaleno. Mappa interattiva – risultati – video
Il circuito breve prevedeva “solo” l’ascesa di Igls (Patsch), 8 km al 5,7% di pendenza media. Mappa interattiva
Nel circuito lungo si scalava sia Igls che la terribile ascesa di Gramart, con l’incredibile tratto chiamato “Hölle” (Inferno). Mappa interattiva
-Yorkshire 2019
Lungo trasferimento che doveva ripercorrere quasi interamente la prima tappa del Tour 2014. Anche il traguardo era posizionato nella stessa posizione, con gli ultimi metri in leggera ascesa (video). Nel circuito non fu però inserito lo strappetto giusto precedente (quello sulla cui cima scattò Cancellara), solamente gli ultimi 500 metri sono gli stessi. A causa di importanti fenomeni meteoroligici, gli organizzatori furono costretti a cambiare drasticamente il tratto in linea, che perse tutte le sue salite ed anche la lunghezza totale della prova ne risentì pesantemente. Questo però non rese meno impegnativa la prova, che divenne dantesca sotto un diluvio incessante. Un attacco di Van der Poel lanciò l’azione decisiva, in cui poi a sorpresa Pedersen ebbe la meglio su Trentin. Mappa interattiva – risultati – video
Il tracciato cittadino aveva pochissimi metri di pianura, senza però prevedere salite degne di nota, tranne l’ascesa di Harlow Moor Road, con 1150 metri al 6%. La sua tortuosità risultò comunque decisiva, impedendo un inseguimento ordinato. Mappa interattiva
-Imola 2020 (x9)
La grande favorita era Vicenza, che aveva già presentato il circuito proposto (mappa interattiva – profilo) all’UCI, ma problemi economici hanno fatto collassare il progetto. Organizzazione quindi affidata ai cantoni svizzeri Vallese e Vaud, più precisamente ad Aigle e Martigny. Percorso dalla struttura simile a Innsbruck 2018, con trasferimento e circuito terribile con la scalata del Petite Forclaz, possibilmente la seconda salita più dura mai affrontata in un Mondiale, dietro solo a Gramart (mappa interattiva – profilo – circuito). Con un altro colpo di coda però, causa Covid19, la prova iridata ha cambiato di nuovo padrone, tornando nella mani dell’Italia, questa volta Imola. Il tracciato era nonostante tutto decisamente impegnativo, con due salite (Mazzolano e Cima Gallisterna) che presentano tratti durissimi, soprattutto la seconda, che decise infatti la corsa. Facile notare la somiglianza con la Liegi-Bastogne-Liegi, con Gallisterna in funzione di Roche-aux-Faucons. I nove passaggi si fecero sentire sui corridori, risultando infatti uno dei circuiti più esigenti della storia. Mappa interattiva – risultati – video
-Flanders 2021
Il Mondiale tornava in Belgio dopo ben 19 anni di assenza (ultimo Zolder 2002) e lo faceva a Leuven, con partenza a Anversa. Un peccato che per una questione di soldi sia stata sprecata l’occasione che tutti aspettavamo di vedere la maglia arcobaleno assegnata sul Kapelmuur. Un esempio di quello che sarebbe potuto essere il possibile percorso: mappa interattiva – profilo. Andando comunque al percorso, un tratto in linea ed una sequenza sconnessa di due diversi circuiti può ricordare l’edizione del 1950 a Moorslede. Passano i decenni, ma evidentemente è un format che piace ai belgi. Pieno di strappi dalla lunghezza molto ridotta, ma tante strade strette e pendenze arcigne hanno reso il tracciato decisamente complicato, anche grazie ad uno scatenato Alaphilippe, autore di molte accelerazioni, in particolare le due decisive. Mappa interattiva – risultati – video
L’anello lungo presentava una serie di strappi che come da pronostico si sono rivelati chiave nello svolgimento della prova e patria del movimento decisivo. Smeysberg e Moskesstraat erano i più duri ed hanno confermato per l’ennesima volta l’importanza di avere un punto in cui rompere la corsa più che tanti metri di dislivello senza un reale fine.
Il circuito finale prevedeva diversi piccole ascese, tutte di piccola entità, ma senza un attimo di respiro. Nonostante ciò, l’azione solitaria di Alaphilippe rimane tanto sorprendente quanto eccezionale. Mappa interattiva
–Wollongong 2022
La rassegna iridata si ripresenta in Australia 12 anni dopo la prima volta, a Geelong. Il tracciato prevede una partenza in linea prima di raggiungere la sede ufficiale della prova, affrontando prima però un circuito più lungo, senza che se ne capisca molto il senso onestamente. A volte, come nel mondiale belga del 2021 o, per motivi diversi, quello qatariota del 2016, il tratto in linea o una varazione di tracciato può essere non solo utile, ma auspicabile, ma qui veramente sembra totalmente inutile. Mappa interattiva
Il circuito grande ha un solo protagonista: Mount Keira. I suoi dati in sé potranno non dire molto, ma all’interno si possono trovare sezioni molto impegnative, con punte del 15% ed il primo chilometro e mezzo intorno al 10%. Peccato che, trovandosi così inesorabilmente lontano dal traguardo, un’azione qui sarebbe poco meno che una follia. I giovani portenti del ciclismo contemporaneo ci hanno insegnato a non dare nulla per scontato, ma sarebbe onestamente troppo anche per loro. Mappa interattiva
L’anello più piccolo, più semplice e da ripetere 11 volte, presenta l’ascesa al Mount Pleasant (1,1 km al 7,7%) e l’antipasto verso Mount Ousley (570 m al 7,2%) come difficoltà. Nonostante in sé non sia male, la loro solitaria presenza e la distanza dal traguardo non fanno ben sperare per la risoluzione. Per fare un paragone proprio con l’ultima esperienza australiana di Geelong, questo si presenta come un circuito ben più semplice di quello, in tutte le sue caratteristiche. Il ciclismo è cambiato molto e l’attitudine dei corridori, così come il meteo (quell’anno ci fu un forte vento contrario nel finale che pose una pietra tombale sulle chance di Gilbert di arrivare al traguardo), possono fare la differenza e creare comunque un grande spettacolo. Il tracciato è comunque particolarmente tortuoso, pieno di curve e questo potrebbe sfavorire l’azione del gruppo. Peccato solo che questa complicità verrà meno proprio nel momento chiave, cioè dai -4 in poi, con un lunghissimo semi-rettilineo sul lungomare portuale. Mappa interattiva
-Glasgow 2023 (x10)
Dopo nemmeno 5 anni toccherà di nuovo alla Gran Bretagna, con il primo “super” Mondiale della storia (lista delle discipline), a Glasgow, città che negli ultimi anni si è spesa molto nello sport, in particolare nel ciclismo: nazionali 2013, Giochi del Commonwealth 2014 ed Europei 2018. Tutti praticamente sullo stesso circuito (mappa interattiva – profilo). Non a caso hanno usato praticamente la stessa soluzione anche per la prova iridata, percorrendo le stesse strade più o meno, soltanto indurendo un pochino. Tracciato molto nervoso, in cui è possibile portare via un gruppetto data la tortuosità ed i continui strappetti, ma ancora una volta i favoriti saranno gli stessi. Quasi una copia di Leuven si può dire, una mini Amstel.
-Zurich 2024
Dopo il forfait di Martigny la Svizzera dovrà attendere solamente 4 anni per ospitare nuovamente il Mondiale di ciclismo, questa volta a Zurigo, città ospitante già nel 1929 e nel complicato, per usare un eufemismo, 1946. Un tracciato di certo non paragonabile a quello che non si affrontò nel 2020, ma comunque con dei punti interessanti, a cominciare dalla Hofstrasse, con tratti molto arcigni. Protagonista è sicuramente la salita di Witikon, paragonabile a Salmon Hill di Bergen 2017, ma in generale mi sembra un percorso più esigente ed adatto agli attaccanti più che alle ruote veloci. Mappa interattiva
-Kigali 2025
Nel 2025, per la prima volta nella sua storia, la rassegna iridata di ciclismo toccherà il suolo del continente africano, un momento importantissimo. Lo farà in Rwanda che ormai da anni ci regala alcune dei migliori scatti di pubblico della stagione. Sarà la capitale ad ospitare la corsa, una città decisamente montuosa, quindi è facile pensare ad un percorso molto impegnativo e spero che l’UCI non deluda le attese. Ciò di cui sono certo è la presenza nel percorso del già mitico Mur de Kigali, un muro di 400 metri al 14,5% e per di più in pavè. Se si può avanzare un’ipotesi, sarebbe plausibile riutilizzare il circuito dell’ultima tappa del Tour du Rwanda 2022, con inoltre l’ascesa ciottolata di Rebero. Un tracciato che entrerebbe nella lista dei più duri di sempre… e si potrebbe fare facilmente di meglio! Mappa interattiva
NB: percorso non definitivo
-Montreal 2026
Si torna in Canada, si torna a Montreal 52 anni dopo l’ultima volta, che vide vittorioso Merckx per la terza ed ultima volta. È facile immaginare che il circuito sarà praticamente identico a quello arciconosciuto del GP Montreal, classica WT, già molto simile al tracciato iridato del 1974, con solo la linea d’arrivo posizionata diversamente. Tre salite, essendo la prima la più dura, con durezza decrescente, perfetto per vedere spettacolo, inseguimenti e giochi tattici. Percorso molto impegnativo. Mappa interattiva
NB: percorso non definitivo
-Haute Savoie 2027
Alta Savoia per la seconda edizione dei “super” Mondiali, con moltissime discipline rappresentate. Si sa già che la città di Sallanches, già organizzatrice delle edizioni 1964 e 1980, ospiterà la prova in linea ed è facile immaginare che la protagonista sarà di nuovo la durissima Côte de Domancy che incoronò Bernard Hinault al termine di una gara dantesca (mappa interattiva – risultati – video).
NB: percorso non definitivo
In conclusione si può dire che in passato ci sono stati molti circuiti semplici, affiancati da qualcuno particolarmente duro. Il problema però è che l’andamento non si è adattato all’evoluzione del modo di correre: mentre in un percorso come quello di Leicester 1970 riuscirono a muoversi i big, ora sarebbe una volata praticamente assicurata.
Alcune statistiche: Valkenburg e Copenhagen sono state le città che hanno ospitato in più occasioni (5) i Mondiali per professionisti (anche se la capitale danese arriva a 6 con quello del 1921, per soli amatori); il Cauberg è stata la salita affrontata più volte, ben 96; tra i percorsi presi in considerazione, in 7 occasioni si può dire che un Mondiale si sia concluso in salita (la cifra è soggettiva, dipende da cosa uno intenda per arrivo in salita), in 8 il circuito è stato completamente pianeggiante e per 16 volte ha incluso un autodromo nel suo tracciato.
Continuerò ad aggiornare questo post con il passare del tempo. Se avete delle correzioni da fare non esitate a contattarci!
A seguire un’immagine che raccoglie i profili di tutti i percorsi che hanno ospitato i Campionati del Mondo professionistici di ciclismo su strada sopra analizzati.
Raffaele Filippetti (@raffilpt)
(foto in evidenza di Graham Watson)
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Aunque un poco tarde, te has salido con este reportaje. Bravo!!!
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Muchas gracias! Contento que haya gustado.
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Bellissima raccolta.Sono un “malato” di dettagli e storia dei mondiali di ciclismo,un sito cosi’ mancava.
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Grazie mille! A me queste raccolte piacciono molto, mi sono messo a cercare materiale proprio perché volevo fare un confronto dei percorsi iridati ma non ce l’aveva nessuno.
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