10 potenziali corridori TNT

La nuova stagione è ormai alle porte ed è ora di farsi un’idea di ciò che potrà succedere. Qui si parlerà dei corridori che potrebbero esplodere (per questo chiamati corridori TNT), tralasciando i soliti noti, quali ad esempio Benoot, Alaphilippe, Ewan, Zakarin ed i fratelli Yates.

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Graham Watson

Sam Bennett (Bora-Argon 18). Il corridore irlandese ha confermato il suo grande talento compiendo un importante passo in avanti nella stagione appena conclusa, battendo a più riprese ciclisti del livello di Kristoff, Degenkolb, Sagan o Bouhanni. Però, mentre eccelle negli sprint e si difende su percorsi vallonati, la montagna per lui è un vero incubo. Se uniamo questo alle difficoltà apportate da un malanno in fase di preparazione, era facile prevedere che la prima Grande Boucle si sarebbe rivelata molto dura; nonostante questo è riuscito comunque a raggiungere un 10° posto contro la crème delle ruote veloci. Sam ha passato un periodo molto buio negli ultimi anni alla An Post, soprattutto a causa di infortuni, ma lo stupendo Tour of Britain 2013 l’ha fatto completamente rinascere ed ora il suo futuro sembra sempre più splendente. Nella sua caccia al successo, con una chiara preda, la Sanremo, sarà accompagnato da Shane Archbold, il suo pesce-pilota, con il quale forma una coppia straordinaria.

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Pablo Cersosimo

Dani Diaz (Delko Marseille Provence KTM). L’argentino torna nel vecchio continente dopo la deludente esperienza di cinque anni fa, ripercorrendo praticamente gli stessi passi: al tempo il team era La Pomme Marseille, predecessore dell’attuale squadra bianco-celeste, e la sua residenza ritornerà nei Paesi Baschi (come già nel 2010, quando militava nella Café Baqué). Cosa induce quindi a dire che la storia andrà diversamente questa volta? Dani ha ormai 26 anni e arriva con la sicurezza dovuta ai successi al Tour de San Luis, che gli hanno portato il soprannome di “matagigantes” (ammazzagiganti), per aver battuto corridori del calibro di Contador e Quintana. Per non lasciare nulla al caso si è allenato a 2400m di altitudine, raggiungendo in alcune occasioni anche i 4200m della Cuesta de Lipan. Il primo obiettivo del 2016 sarà di nuovo la corsa a tappe argentina, seguita dal magnifico febbraio francese, che culminerà poi con la Paris-Nice, dove si potranno finalmente tirare le prime somme.

Ruben Fernandez
Laurent Brun, Instants cyclistes

Rubén Fernández (Movistar Team). Mentre molti nella squadra spagnola guardano a Marc Soler, vincitore del Tour de l’Avenir 2015, questo potrebbe essere l’anno del murciano, sul gradino più alto del podio della corsa U23 francese nel 2013. La scorsa stagione è iniziata alla grande, con un sorprendente 3° posto a Willunga Hill e il 5° finale nella generale del TDU. E’ stato poi protagonista di un’assurda caduta in salita, mentre era in piena lotta per il successo, alla Croix de Chaubouret, ripetuta con l’aiuto di Valverde alla Volta a Catalunya, verso il traguardo di Girona. L’esordio in un GT, avvenuto al Giro d’Italia, è stato volto a fare esperienza, senza piazzamenti di rilievo e solamente qualche fuga all’attivo. Si è poi ben comportato nelle ultime corse dell’anno, lavorando per gli altri o per sé stesso. Rubén ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per poter esplodere quest’anno e le sue prime opportunità arriveranno al Tour Down Under ed alla Paris-Nice, nella quale dividerà i gradi di capitano con Ion Izagirre, altro corridore che insieme a Jesus Herrada è chiamato a dare un definitivo passo in avanti nella squadra azul.

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NFO/PA

José Gonҫalves (Caja Rural). “Il Porsche”, come lo chiamano i suoi compagni, è un ciclista con una potenza incredibile e una polivalenza rarissima. Infatti la Federazione Portoghese ha rivelato che uno dei due Gonҫalves (anche il fratello Domingos è un prof.) ha registrato la miglior prova di sforzo della sua storia ed ha dimostrato di poter dire la sua nei più variegati terreni, dalle montagne agli sprint, dalle crono ai percorsi vallonati. I più attenti l’avranno notato già dal 2012, il grande pubblico alla Vuelta 2015, ma i segnali più importanti erano arrivati alla Volta a Portugal di quest’anno. Chi la conosce sa quanto è difficile performare alla Grandísima e Zé l’ha fatto alla grande: sei top 10 su dieci tappe, di cui cinque top 5, tre podi ed una vittoria (più una che gli è stata discutilmente revocata), sono il fantastico bottino del corridore portoghese nella corsa di casa. Passato l’anno di adattamento alla Caja Rural, il secondo dovrebbe essere ancora migliore, con un calendario più ampio rispetto al 2015 grazie all’eccellente stagione della formazione iberica.

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Graham Watson

Bob Jungels (Etixx-Quickstep). Fin da giovanissimo ha dimostrato di possedere un motore invidiabile, con tante vittorie, molte delle quali raggiunte con azioni da lontano nelle quali sfruttava la sua abilità nelle prove contro il tempo. Esemplari sono i suoi trionfi alla Roubaix Espoirs 2012 (con 2’49” sul secondo, l’attuale compagno di squadra Yves Lampaert) e soprattutto nella 4° tappa del Giro della Valle d’Aosta dello stesso anno, con l’incredibile vantaggio di 5’48” sul primo inseguitore. Da quando è passato pro con la Trek (al tempo ancora Radioshack-Leopard) il lussemburghese non ha smesso di crescere, riuscendo a raggiungere nell’anno appena passato anche un ottimo 6° posto finale in una corsa a tappe come il Tour de Suisse, e il cambio per la Etixx, sicuramente una delle migliori formazioni del pianeta, arriva nel momento perfetto. Con il mirino posto sulle gare di una settimana e sulle Ardenne, Bob è pronto a brillare.

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Federciclismo colombiana

Miguel Ángel López (Astana Team). “Superman” (chiamato così dopo essere riuscito a respingere due ladri che lo pugnalarono nel tentativo di rubargli la bici) ha mostrato al mondo il suo talento nel 2014 riuscendo a vincere la Vuelta de la Juventud e il Tour de l’Avenir, questo davanti ad avversari del calibro di PierreRoger Latour e Robert Power (a cui vanno i nostri migliori auguri di pronta guarigione). Ha compiuto il salto con l’Astana tra mille dubbi e l’inizio è stato completamente da dimenticare a causa di problemi fisici, che l’hanno portato a completare solamente 34 giorni di corsa durante il 2015. Fortunatamente è riuscito a riprendersi nella seconda parte di stagione, con un eccellente Tour de Suisse (7° GC, 4° a Sölden) e un’ottima Vuelta a Burgos, dominata dalla squadra kazaka, nella quale ha firmato il primo successo tra i pro. Salute permettendo, nel 2016 potrà giocare le sue carte in diverse competizioni, con un occhio di riguardo per la corsa a tappe svizzera e per l’esordio in un GT, che avverrà in una Vuelta in cui dovrebbe avere carta bianca. Personalmente non vedo l’ora di vederlo scalare il Kitzbüheler Horn all’Österreich Rundfahrt.

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Sirotti

Louis Meintjes (Lampre-Merida). La scelta del campioncino sudafricano, il miglior prospetto del continente africano insieme all’ex compagno Merhawi Kudus, di abbandonare la Dimension Data (con la quale si dice avesse già un accordo verbale) per l’ultima squadra italiana rimasta nel WT ha sorpreso molti, ma è stata probabilmente causata dalla decisa virata della prima verso le ruote veloci. Nel 2015 è riuscito finalmente a raggiungere la prima vittoria europea con una stupenda azione nella bellissima tappa di Roccapelago (profilovideo) che ha deciso la GC della Settimana Coppi & Bartali. Dopo un’eccellente Liège-Bastogne-Liège, nella quale è rimasto in testa fino allo scatto di Dani Moreno ad Ans, ed un buon Delfinato, ha esordito al Tour de France. La Grande Boucle, come prevedibile, si è rivelata piuttosto difficile, con un solo risultato degno di nota, il 5° posto a Plateau de Beille, raggiunto grazie ad una fuga (nonostante una caduta nella discesa del Port de Lers), ed il ritiro prima della 18° tappa a causa di una gastroenterite. Non pago delle fatiche francesi, ha partecipato anche alla Vuelta, dimostrando un’ottima regolarità, senza però picchi di eccellenza, che l’ha portato a concludere al 10° posto finale. Nonostante i dubbi, se in casa Lampre riusciranno a mantenere la fantastica forma mostrata lo scorso anno, Meintjes potrà lasciare la sua firma.

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BettiniPhoto

Diego Rosa (Astana Team). Come alla maggior parte degli italiani approdati in Kazakistan, il cambio di squadra è andato alla perfezione al corridore piemontese. L’esordio non avrebbe potuto essere migliore, con l’eccellente prestazione alla Strade Bianche, nella quale sicuramente ha fatto tesoro della sua esperienza in MTB, conclusa con un 5° posto. Si è comportato ancora meglio nei GT, dove, nonostante un fantastico lavoro di gregariato, è riuscito concludere due frazioni come Sestriere e Cortals d’Encamp nei 10. La ciliegina sulla torta è arrivata nel tramonto della stagione, con la vittoria alla Milano-Torino (video) davanti ad un parterre de rois ed il 5° posto a Il Lombardia, nel quale ha anche lavorato e coperto le spalle a Nibali dopo il suo attacco. Niente male per un corridore definito da Martinelli ad inizio anno “gregario nato, proprio come Malacarne: lavora in pianura, sa andare in fuga e può tornare molto utile.” Il suo calendario 2016 seguirà quello di Aru, ma non ci sono dubbi che riuscirà a ritagliarsi il proprio spazio.

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Peter Byrne/PA

Petr Vakoc (Etixx-Quickstep). Il ceco ha mostrato un’ottima crescita nel 2015, soprattutto dopo la partecipazione al Giro d’Italia, primo GT in carriera. Tra tutti i risultati spicca sicuramente il 3° posto ai Giochi Europei di Baku, ma quello che mi ha impressionato di più è stata la vittoria a Colne (video), Tour of Britain, raccolta con una prova di forza straordinaria, di fronte ad avversari di alto livello. Purtroppo è stato costretto ad abbandonare due giorni dopo, a causa di una caduta in cui è rimasto coinvolto mentre era in maglia gialla. Nonostante l’elevata concorrenza che troverà in casa nel 2016, gli saranno concesse alcune chance per mostrare il suo talento, a partire già dal Tour Down Under.

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Team Sky

Tim Wellens (Lotto-Soudal). Reputo il belga un corridore semplicemente magnifico, con tattiche di corsa e caparbietà più uniche che rare nel plotone internazionale. La sua stagione è stata caratterizzata da due momenti positivi e due negativi, per cui non si può dire che sia stata esaltante. Le delusioni sono arrivate al Tour de France, nel quale non è riuscito ad entrare in nessuna frazione nei primi 50, dopo essersi invece trovato benissimo al Giro d’Italia 2014, ed alle Ardenne, colline sulle quali risiede il suo futuro, nelle quali ha confermato che il 2015 era ancora troppo presto. Dimostrando di aver imparato dagli errori, nel 2016 tornerà alla Corsa Rosa, dove avrà numerose possibilità per raggiungere quel successo che più volte ha sfiorato nella prima partecipazione. Entrambe le gioie sono arrivate sotto il diluvio: il capolavoro di Houffalize, una delle tappe più belle dell’anno (video), che gli ha permesso di ripetere a sorpresa la vittoria finale all’Eneco Tour, ed al GP de Montreal, prima classica WT in carriera. Alla Lotto non avrà compiti di gregariato e questo sarà il suo anno.

Non è stato facile decidere solamente dieci nomi e sicuramente non tutti saranno d’accordo con questi. Non ne aggiungerò altri alla lista, però permettetemi almeno di nominare qualche corridore che può risultare sconosciuto al grande pubblico, ma che ha la possibilità di brillare in questa stagione, soprattutto in corse di secondo piano.

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Pablo Cersosimo

Bonus. Come detto, la Caja Rural si è consolidata alla grande nella stagione appena conclusa e può contare su un’elevata densità di talento tra le sue fila, su tutti quello di Carlos Barbero e Pello Bilbao, il primo (ex Fundación Euskadi) un maestro degli uphill finishes, capace di battagliare con Bouhanni e Lobato nel Circuito Getxo e con Valverde al Campionato nazionale di Cáceres, il secondo uno scalatore con una buona punta di velocità, che per ritrovare certezze ha dovuto fare un passo indietro dal WT dopo la scomparsa dell’Euskaltel-Euskadi. Altra squadra che possiede una coppia molto interessante è la LottoNL-Jumbo: Dylan Groenewegen, vincitore di una classica come la Paris-Brussels davanti a Boonen e Coquard, e Primoz Roglic, ex saltatore con gli sci, professionista nel ciclismo solo dal 2013, che è riuscito a battere uno scalatore del calibro di Mikel Nieve nella tappa regina del Tour de Slovénie, nuovi arrivati nella squadra olandese. Christophe Laporte, veloce e abile su côtes e pavè, ha mostrato il suo talento in diverse occasioni, la più importante senza dubbio al GP Ouest France – Plouay, dove è riuscito a chiudere su un attacco di fuoriclasse come Van Avermaet e Benoot a soli 3 km dal traguardo. La vittoria era nell’aria ed è arrivata Tour de Vendée, dopo un gran 3° posto al GP de Wallonie. L’Androni tornerà ad avere un punto di rifierimento colombiano, Rodolfo Torres, capace di emergere tra le rovine del Team Colombia, dimostrandosi un ottimo scalatore, dopo anni difficili. Ultima menzione per la Funvic Soul Cycles – Carrefour e le sue punte di diamente, Kleber Ramos e Alex Diniz: se confermassero le prestazione sfoderate in Sudamerica dovremmo prepararci a razzie anche nelle corse europee, con la speranza personale di vederli alla Volta a Portugal.

Raffaele Filippetti (@raffilpt)

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