Analisi tappa 8 Giro d’Italia

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La Corsa Rosa risale lungo la Puglia fermandosi nel promontorio del Gargano, lo Sperone d’Italia. La tappa fiancheggerà la costa durante tutto il giorno, ma il vento nella zona dell’Adriatico non è solitamente un problema. Questa frazione mostra molte similitudini con la Reggio Calabria – Terme Luigiane, soprattutto nel finale. Mettere due percorsi così simili a breve distanza non è una buona scelta degli organizzatori secondo me visto che dovrebbero provare a variare più scenari possibili. La prima parte è piatta come un tavolo da biliardo, fino ai piedi del Monte Sant’Angelo. Ci dovrebbero essere velocità molto elevate visto che in tanti vorranno provare ad andare in fuga.

Meteo: Si prevede una giornata soleggiata, con vento piuttosto debole e di direzione variabile. Non dovrebbe avere un ruolo determinante nell’esito finale.

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Un buon 2° categoria, con i primi 8,5 km al 6,8% di pendenza media. La fuga dovrebbe essersi già stabilizzata e qui potrebbe guadagnare terreno sul gruppo. La discesa è piuttosto tecnica, qualcuno potrebbe provare a rompere il gruppo, anche se manca tanto al traguardo. Successivamente troveranno una zona di sali-scendi, terreno scosceso che potrebbe rimanere nelle gambe di molti.

Finale Peschici 2

Percorso interattivo del finale

Gli ultimi 11 km sono decisamente interessanti, con la salita della Coppa del Fornaro divisa in due: il primo di 1,9 km al 5,4% di media e il secondo 1 km al 7%. Oltre a questi ci saranno altre zone in cui la strada salirà, terreno piuttosto complicato. Discesa molto rapida e con due tornanti stretti, un chilometro e mezzo di piano e si ricomincia a salire, questa volta verso il traguardo.

Il finale è lo stesso del 2006video (dove si scalava il Monte Sant’Angelo, puntando però direttamente verso l’arrivo e non verso Vieste) e del 2008video. In entrambi i casi arrivò la fuga e non è stato possibile studiare le dinamiche di un gruppo più grande. Comunque l’erta finale conta 1500 metri al 5,7% di media con gli ultimi 200 metri che si impennano al 10,5%. Va inoltre aggiunta la difficoltà apportata dalle 4 curve a 90° e i due tornanti nell’ultimo chilometro, importanti per il posizionamento e perché fanno perdere lo slancio, costringendo a spingere più watt per riprendere la velocità.

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Raffaele Filippetti (@raffilpt)

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