Si inizia a salire. Dopo la pianeggiante Grande Partenza olandese e due tappe lunghe e movimentate nel ritorno in Italia, il gruppo affronterà la prima tappa che si può definire di montagna nell’edizione 2016 della Corsa Rosa. Si può notare che il profilo presenta svariate similitudini con quello della Fiuggi – Campitello Matese, 8° frazione del Giro dello scorso anno. I distacchi nella classifica generale sono minori rispetto a questa, ma la fuga può comunque vantare alcune possibilità di giocarsi il trionfo.
Per domani sono previste temperature più basse rispetto ai giorni precedenti e nella salita finale, dopo il comune di Roccaraso, il vento sarà contrario.
Dopo 36 km inizia la prima asperità di giornata e la prima veramente lunga di tutto il Giro. 18 km al 5,6%, però con tre scalini che diminuiscono la media totale; senza considerarli misura 16,1 km al 6,5%. Se ai piedi non fosse già partita la fuga potremmo “vedere” una scena sempre più comune in questi casi: ritmo folle e gruppo ridotto praticamente agli uomini di classifica.
Nel fondovalle dopo la lunga discesa non ci sarà molta pianura, ma ancora terreno scomodo. Come curiosità, il tratto tra i chilometri 86,7 e 108,6 è stato percorso anche nella già citata tappa di Campitello Matese.
Come ieri gli organizzatori hanno preferito far passare la corsa sulla Statale invece che su strade secondarie e più difficili. In questo caso avrebbero potuto inserire la salita di Rionero Sannitico (altimetria Giro – cyclingcols) al posto di un ascesa pedalabile con una carreggiata a tre corsie.
Profilo interattivo della salita
L’ascesa è divisa chiaramente in tre gradoni, il primo dei quali è il più duro: 5 km al 7,5% con punte massime del 12%. Dopo 3 km pianeggianti successivi al passaggio dentro Roccaraso, inizia la vera ascesa verso la stazione sciistica di Aremogna. 2,8 km al 7,4% sono i dati di questo tratto.
Dopo un nuovo falsopiano di 3 km, ai -2 la strada comincia a salire di nuovo raggiungendo una pendenza del 7,1% nell’ultimo km. Secondo i dati ufficiali gli ultimi 500 metri sono al 8,4% con rampe importanti negli ultimi 300.
I dati dell’ascesa sicuramente non invitano a muoversi con coraggio: ogni tratto pianeggiante sarà un macigno per gli attaccanti se, oltre al vento contrario previsto per il finale, ci dovesse essere una squadra forte a controllare il gruppo e il finale in ascesa scoraggerà molti movimenti.

Come detto in precedenza, un’alternativa interessante sarebbe stata quella di inserire il Valico di Rionero Sannitico insieme al Macerone (storica salita del Giro d’Italia) prima dell’erta finale.
Raffaele Filippetti (@raffilpt)
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