Dopo 7 anni di assenza, il Giro torna a Montevergine di Mercogliano, luogo che, evidentemente, ha molto a cuore il ciclismo ed anche molti soldi da spendere, visto che nelle ultimi 18 edizioni ha ospitato l’arrivo di una tappa della Corsa Rosa ben 5 volte. Personalmente non è un finale che amo, per usare un eufemismo, scalata troppo semplice che porta quasi sempre ad una volata tra gli uomini di classifica, pancartismo allo stato puro. Non si sentiva veramente il bisogno di questo traguardo in quota, sarebbe stato meglio mettere una volata oggi (con arrivo ad Avellino o Salerno) e indurire il tracciato di quella di Praia a Mare, come già proposto ieri. Passando ad analizzare la tappa, i primi 30 km sono piuttosto scoscesi, con numerosi sali-scendi, quindi si può sperare in un’animata lotta per entrare nella fuga del mattino. A seguire due salite su strada larghissima, dove, se non si fosse ancora formato un gruppo di attaccanti, ci potrebbero essere a movimenti interessanti.

Meteo: Giornata di nuovo fresca, con anche qualche possibilità di rovesci nel finale. Il vento sarà nuovamente laterale durante gran parte della giornata, con velocità interessanti solo nella Piana del Sele, prima di Salerno. Per quanto riguarda la salita conclusiva, come si può vedere dall’immagine soprastante, soffierà generalmente in senso contrario alla marcia dei corridori, anche se, con tutti i tornanti che ci sono, la direzione percepita cambierà in continuazione. La velocità di 11 km/h non è elevata, ma potrebbe essere sufficiente per condizonare la scalata.
Dopo aver attraversato in tutta la sua lunghezza la Piana del Sele, i corridori punteranno verso Avellino scalando prima la semplice ascesa che porta a Baronissi e poi la più dura salita di Celzi (3,4 km al 6,3% di media). Qui nessuno si muoverà, però servirà almeno come preparazione per l’erta conclusiva. L’avvicinamento sarà fatto su strade larghe tranne per il breve passaggio a Torrelli, quindi la volata per prendere nelle prime posizioni l’imbocco dell’ultima difficoltà di giornata non dovrebbe essere particolarmente pericolosa.
Salita dai tanti, troppi tornanti (se ce ne fossero stati di meno avrebbe avuto una pendenza decente), come detto è ben conosciuta dalla Corsa Rosa: il primo arrivo risale al 1962, ma è solo negli ultimi 20 anni che è divenuta una località abituale. Nel 2001 fu Di Luca a vincere (profilo – video); nel 2004 Cunego (profilo – video), poi maglia rosa finale; stesso discorso nel 2007 per il bis del Killer di Spoltore (profilo – video); mentre nel 2011 Bart de Clercq riuscì ad anticipare i favoriti (profilo – video), guidati dal compianto Michele Scarponi, poi vincitore finale dopo la squalifica per doping di Contador. Quindi alla fine si può dire che, nonostante tutto, è importante andare forte qui. Le pendenze sono molto semplice, non si sale quasi mai sopra il 7%, fare la differenza è difficilissimo. Ci potrebbe essere qualche movimento di seconde linee, ma probabilmente se la giocheranno i favoriti nell’ultimo chilometro. Come detto, se ne poteva fare a meno. L’unica nota positiva è la lunghezza, si dovrebbe far sentire nelle gambe dei corridori nell’ancora più lunga tappa del Gran Sasso.
Raffaele Filippetti (@raffilpt)