Analisi tappa 11 Giro d’Italia

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Dopo l’uragano portato dalla cronometro di Montefalco, una tappa in cui si può cambiare di nuovo tutto, basta un misto di coraggio e pazzia. Va sottolineato che siamo nel cuore degli Appennini, quindi molte strade saranno tortuose e complicate da affrontare, fattore importante soprattutto in discesa.

Meteo: Giornata calda e soleggiata in partenza, ma i corridori dovrebbero trovare clima più mite addentrandosi nell’Appennino Tosco-Emiliano. Il vento dovrebbe essere contrario fino all’inizio del terzo GPM di giornata, mentre negli ultimi chilometri dovrebbe essere favorevole. Velocità moderate, circa 14 km/h di media.

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Si parte con 15 km di pianura in cui probabilmente scatterà mezzo gruppo e poi si inizia a salire verso il Passo della Consuma, dove ci saranno di nuovo tanti attacchi. Le pendenze non sono esagerate (16 km al 5,7% di media), ma è un’ascesa di una certa entità, con diversi chilometri al 7%. Qui potrebbero partire le seconde linee di molte squadre, che si rivelerebbero utilissime nel proseguo della frazione, per possibili attacchi dei capitani.

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Il Passo della Calla forma una sequenza perfetta con la prima asperità. Salita costante, mai particolarmenta arcigna, ma adatta ad aprire distacchi con l’aiuto di compagni di squadra. La discesa è decisamente tecnica e qualcuno potrebbe provare anche qui. Come si può vedere quindi, già nei primi 77 km si hanno molto opportunità per attaccare.

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La seguente salita arriverà dopo un tratto in falsopiano discendente dove il lavoro di squadra sarà fondamentale se ci dovessero essere distacchi tra i big di classifica. Il Passo del Carnaio sale a gradini e presenta una prima parte piuttosto impegnativa.

Finale Bagno di Romagna

Percorso interattivo del finale

Discesa veloce e primo passaggio sul traguardo prima di puntare verso il Monte Fumaiolo, anticipato in realtà dal Valico di Montecoronaro. Questa parte potrebbe essere chiave nell’epilogo della tappa, con possibili inseguimenti tra i leader di classifica o con i giochi tattici della fuga.

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Come profilo il Monte Fumaiolo può ricordare vagamente il Formigal, ascesa dove si è decisa l’ultima Vuelta, con molte parti pedalabili, diversi gradini e un’ultima zona più impegnativa. In questo caso gli ultimi 1500 metri presentano una pendenza media del 10,8%. Il problema è che da qui mancheranno 25 km, di cui 22 su una discesa veloce e pedalabile, soprattutto nell’ultima parte. Per questo sarà fondamentale aver aperto precedentemente distacchi sugli avversari di classifica, quest’ultimo tratto duro difficilmente basterà. Discorso diverso per la fuga, che potrebbe produrre proprio qui la selezione definitiva.

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Gli ultimi 3 km sono in falsopiano leggermente ascendente, per cui per andarsene da soli bisogna avere una gran gamba. A livello planimetrico le maggiori difficoltà sono quattro rotatorie in questo tratto, l’ultima a 600 metri dal traguardo.

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Raffaele Filippetti (@raffilpt)

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