Dopo il caos di Bagno di Romagna si torna alla tranquillità con una tappa adatta alle ruote veloci che passa in gran parte in Emilia-Romagna. È la frazione più lunga del Giro con i suoi 229 km, ma è semplicemente di trasferimento. Disegnare tappe semplici molto lunghe è spesso un errore degli organizzatori, perché si rischiano ore di noia, oltre a medie molto più basse di quelle previste, con disagi a livello di coordinamento.
Meteo: Giornata soleggiata e calda, con vento lieve da sud-est, quindi per gran parte del tempo favorevole alla marcia del gruppo. Questo fattore potrebbe favorire una fuga come successo nella 10° tappa del Giro 2015 che si concludeva a Forlì, ma sto lavorando un po’ troppo con la fantasia.
La parte intermedia della tappa prevede due GPM, ma nessuno dei due dovrebbe apportare problemi al gruppo (al primo è stata assegnata la 2° categoria, ma non la meriterebbe). Da evidenziare però che il Valico Appenninico è una salita autostradale, famoso per essere l’ascesa più dura dell’A1. Delirio guilleniano di Vegni e non è l’unico di questo Giro (ogni riferimento alla tappa di Oropa è puramente intenzionale).
Percorso interattivo del finale
Gli ultimi chilometri sono totalmente pianeggianti. L’entrata a Reggio Emilia potrebbe creare qualche problema, con due curve a sinistra nell’ultimo km, la seconda a soli 400 metri dalla linea d’arrivo. La sede stradale è molto ampia, ma la sua effettiva larghezza dipenderà da dove decideranno di posizionare le transenne.
Raffaele Filippetti (@raffilpt)
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