Dopo il giorno di riposo, che può rivelarsi indigesto a qualche corridore, si arriva finalmente alle Alpi, nella speranza di vedere qualche emozione in più rispetto a quelle offerte finora dalla Grande Boucle. La tappa si svolgerà totalmente in suolo svizzero e sarà lunga 184 km, come altre due frazioni di montagna in questo Tour (Luchon e Arcalis).
Meteo: è prevista una giornata calda, che potrebbe rimescolare le carte. Inoltre sull’ultima salita è annunciato un leggero vento contrario.
Tappa semplice fino a Martigny, con due soli GPM di 3° categoria. La partenza è in leggera salita, ma si prevedono alte velocità perché molti proveranno ad andare in fuga. Il Mosses fu utilizzato anche nella tappa di Verbier nel 2009. La sua lunga discesa porterà ad Aigle, quartier generale dell’UCI.
Profilo interattivo dell’ultima salita
L’accoppiata finale è terribile, sequenza quasi perfetta e molto dura. Il Forclaz conta 13 km a quasi l’8% e, se affrontato ad un buon ritmo, può fare una grande selezione, oltre a segnare le gambe in vista dell’ascesa finale. Questa misura 10,4 km all’8,4%, ma soprattutto gli ultimi 7 km al 9,5%. Senza dubbio è il finale più duro di tutto il Tour e i favoriti dovrebbero sfruttarlo.
Questa coppia è stata già utilizzata al Delfinato 2014, con solamente una piccola variazione. A seguire il video.
Riguardo a possibili alternative, sicuramente avrebbero potuto scalare il versante più duro del Forclaz, la cui prima parte fu affrontata al Tour de Romandie 2015, decisamente più adatto a rompere la corsa e ad indurre attacchi.

Raffaele Filippetti (@raffilpt)