Analisi tappa 15 Giro d’Italia 2018

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Fin dalla presentazione questa è sembrata la tappa meglio disegnata di tutta la Corsa Rosa, con una sequenza finale perfetta. In assenza di un tappone dolomitico e di un arrivo in discesa, questo è uno dei tracciati più interessanti per gli attaccanti, visto che ci sarà pochissima pianura e i gregari potrebbero brillare per la propria assenza negli ultimi chilometri. Però non sono solo questi elementi ad essere stimolanti, anche il percorso che li precede può agevolare situazioni tattiche interessanti, starà poi a ciclisti e DS inventarsi qualcosa. A favorirle c’è la posizione all’interno della corsa, fattore spesso sottovalutato, ma spesso chiave nello sviluppo di una frazione: prima del giorno di riposo e dopo l’arrivo in salita più duro, situazione perfetta per vedere attacchi.

Meteo: Si prevede una giornata piuttosto fresca e coperta, con buone probabilità di pioggia, fattore che andrebbe a favore di chi vuole ribaltare la corsa. Il vento dovrebbe soffiare da sud-est, con velocità sempre inferiori ai 10 km/h. Questo vorrebbe comunque dire che sarà sfavorevole per buona parta dell’ascesa verso Sappada, sempre una cosa fastidiosa.

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Sella Corso e Passo della Mauria. cyclingcols

Già i primi 50 km sono estremamente interessanti, con molti metri passati con il naso all’insù tra Sella Corso e Passo della Mauria. Visto che riuscire a piazzare un uomo davanti può essere importante per ogni squadra, che sia per provare a vincere la tappa o per avere un potenziale “ponte” in testa alla corsa, la lotta per entrare in fuga dovrebbe essere brutale e questo terreno è particolarmente adatto, con sali-scendi e pendenze non esagerate.

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Il falsopiano fino a Cortina d’Ampezzo dovrebbe aiutare la fuga a consolidare il vantaggio in vista del Passo Tre Croci, altro punto focale di questa frazione. Quest’ascesa è stata generalmente usata come preparazione alle Tre Cime di Lavaredo, ma questa volta ha una posizione piuttosto invitante per gli uomini di classifica che vorranno provare qualcosa da molto lontano: ipotizzando una situazione, se una squadra come l’Astana dovesse mandare in fuga due uomini, potrebbe far saltare in aria il gruppo qui per poi lanciare il capitano, che a quel punto si ritroverebbe due compagni per il fondovalle. Le pendenze non sono esagerate, ma sufficienti per provare qualcosa.

Finale Sappada 2

Mappa interattiva del finale

La sequenza finale, come detto più volte, è semplicemente magnifica: durezza decrescente, con le prime due asperità con pendenze importanti per poter attaccare e l’ultima più semplice, in stile Aprica, per poter giocare tatticamente e ampliare i distacchi. Le salite non sono lunghe, ma a volte non servono i colossi per marcare le differenze maggiori, bastano testa, coraggio e gambe.

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Profilo interattivo

Ad aprire il trittico ci penserà il Passo di Sant’Antonio con la sua sezione centrale di 6 km al 9,5% di pendenza media e punte del 15%. Qui chi vorrà provarci dovrà per lo meno mettere la squadra a menare, è un tratto perfetto per ridurre il plotone in brandelli e isolare i capitani. È stato scalato una sola volta al Giro da questo versante, nella Rocca Pietore – Dobbiaco del 1970, con vittoria di Bitossi. La discesa è piuttosto tecnica e non ci sarà tempo per riprendere fiato prima di tornare a salire verso Costalissoio.

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Profilo interattivo

Questa ascesa è relativamente breve (3,75 km), ma presenta pendenze molto importanti, con i primi 2,5 km al 10,6% di media e punte del 14%. È perfetta sia per attaccare che per aumentare il vantaggio dopo uno scatto sulla salita precedente e sarà fondamentale staccare gli avversari perché, dopo una discesa piuttosto tecnica e ripida, inizierà un tratto di falsopiano in cui, se non ci dovessero essere gregari, gli attaccanti potrebbe guadagnare molto trovando l’accordo.

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Si arriverà a Sappada dal lato opposto rispetto a quello della storica Lido di Jesolo – Sappada del 1987 in cui ebbe luogo la celeberrima imboscata di Roche ai danni del compagno di squadra e capitano Visentini (profilovideo). Come detto in precedenza, questa semplice ascesa può ricordare l’Aprica, nonostante presenti pendenze  più importanti. Questo finale può essere veramente fantastico, favorendo inseguimenti, crisi e cambi di situazione, è semplicemente perfetto per questa tappa. A livello planimetrico c’è da notare solo la rapida sequenza di quattro curve appena passato il triangolo rosso, giusto dopo un dentello di 500 metri al 5,8%.

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Alternativa. Il percorso è veramente ottimo, come detto in più occasioni, ma, in assenza di un tappone dolimitico, avrebbero potuto indurirlo un po’ di più. Ad esempio avrebbero potuto scalare Passo del Pura e Sella di Razzo, già usati nel 2014 nella tappa dello Zoncolan, prima di affrontare il Passo di Sant’Antonio, senza quindi passare sul Passo Tre Croci. Per raggiungere un chilometraggio accettabile si potevano aggiungere Chianzutan, I Piani e Forcella di Monte Rest nella prima parte, mantenendo così una zona dura vicino alla partenza per una gran lotta per la fuga. Mappa interattiva della proposta.

Tolmezzo - Sappada alternativa
Profilo dell’alternativa, fatto con l’editor di cronoescalada

Raffaele Filippetti (@raffilpt)

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