Analisi tappa 12 Giro d’Italia 2018

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Dopo due giornate potenzialmente pericolose, dovrebbe tornare la calma in gruppo nella Osimo – Imola, quasi completamente pianeggiante. I 214 km non dovrebbero essere un problema per nessuno visto che è facile prevedere un’andatura cicloturistica per gran parte del tracciato dopo le fatiche degli ultimi giorni. La lotta per la fuga potrebbe comunque essere piuttosto accesa, visto che qualche squadra potrebbe fiutare una possibile disattenzione del gruppo, ma le squadre dei velocisti avranno tempo per controllare. I corridori costeggeranno l’Adriatico fino a Rimini, per poi svoltare lungo Via Emilia, attraversando prima il celeberrimo Rubicone, poi Cesena, Forlì e Faenza, tutte città che hanno più volte ospitato la Corsa Rosa.

Meteo: Variabile con possibilità di pioggia una volta entrati in Romagna. Il vento soffierà lateralmente alla marcia del gruppo sull’Adriatico (con velocità inferiori ai 15 km/h, quindi niente di particolarmente pericoloso), mentre diventerà contrario sulla Via Emilia, con intensità comunque molto bassa comunque. Non dovrebbe essere un fattore.

Mondiale 1968 Imola 4

Mappa interattiva del finale

Inutile dilungarsi troppo, il punto nevralgico della tappa è il Circuito di Tre Monti, che ospitò in passato il Mondiale del 1968 e più volte il Giro d’Italia, l’ultima nel 2015 con vittoria di Zakarin, con un tracciato ben più impegnativo (profilovideo). Qui si decideranno le sorti dei fuggitivi e dei velocisti, con la salita di Tre Monti (3,6 al 4,5%) che è chiaramente divisa in due gradoni: il primo misura 1,5 km al 7,3%, il secondo 800 metri al 7,5%. Come si può capire, non proprio una salita impossibile, ma potrebbe permettere ad un drappello di atleti di lasciare il gruppo per involarsi verso il traguardo. Mantenere il vantaggio non sarà comunque semplice, qui ultimi 7 km sono agevoli e i gregari saranno fondamentali.

Finale Imola SV
Immagine dell’ultima curva, da Google Streeview

Per un’evuntale e probabile volata, sarà fondamentale posizionarsi bene nell’ultima curva a 600 metri dal traguardo e va sottolineato che si arriva dopo una breve ma rapida discesa, quindi i treni dovranno stare molto attenti, è un punto focale. Scegliere poi la ruota giusta per evitare di essere bloccati nella semicurva a 350 metri dall’arrivo sarà altrettanto importante, con il rettilineo conclusivo che misura solamente 300 metri, ma che non è sufficientemente breve da poterselo fare tutto con il vento in faccia.

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Raffaele Filippetti (@raffilpt)

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