Analisi tappa 10 Giro d’Italia 2018

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Dopo il secondo giorno di riposo i corridori affronteranno una delle tappe più pericolose dell’intera Corsa Rosa. Con i suoi 239 km è la più lunga di questa edizione e, nonostante preveda solamente tre GPM, ci saranno innumerevoli sali-scendi, fattore che la rende molto adatta ad imboscate. Se poi si considera che ogni tanto le giornate di pausa si rivoltano contro gli stessi ciclisti (per ulteriori informazioni chiedere a Van Garderen), si hanno tutti gli ingredienti per una frazione “esplosiva”. Ovviamente questi non bastano se non si hanno cuochi all’altezza, ossia DS con tattiche diverse dal sempre più classico “aspettiamo domani/l’ultima settimana”. Questa è un’occasione da cogliere al volo per chi ha una buona squadra e tempo da recuperare.

Meteo: Si prevede una giornata decisamente rigida, nel finale anche fredda, con buone possibilità di pioggia, tempo perfetto per attaccare. Il vento soffierà da sud-ovest fino all’entrata in Umbria, quindi purtroppo sarà contrario sulla prima salita, con velocità anche significative (circa 13 km/h). Nei chilometri successivi diventerà laterale-favorevole, per la felicità dei fuggitivi, mentre da Caldarola a Colfiorito tornerà ad essere contrario, con velocità di 20 km/h. Questa generalmente sarebbe una pessima notizia per gli attaccanti, ma se davanti dovessero essere più dei gregari dietro, allora potrebbero anche guadagnare terreno. Negli ultimi 15 km tornerà invece a soffiare alle spalle dei ciclisti, con intensità ancora maggiori, una benidizione per quelli in avanscoperta. Quindi anche su questo fattore la situazione è interessante, con condizioni piuttosto particolari.

Partenza Gualdo Tadino

Mappa interattiva dei primi 90 km

I primi 90 km sono di gran lunga la parte più interessante della tappa. Si parte infatti già in salita, con uno strappetto con strada stretta dove sicuramente si farà fatica a contare gli attacchi. La strada tortuosa può favorire dei frazionamenti in gruppo, va tenuto a mente ad esempio il dentello in cui si decise la Vuelta 2016 nella tappa di Formigal (profilovideo). A seguire i ciclisti dovranno subito iniziare a scalare l’impegnativa Forca della Creta, che con i suoi 15,2 km al 6% di media può causare veramente disastri in gruppo. Questa presenta infatti tratti sufficientemente duri per permettere a qualche big di andarsene ed è abbastanza lunga da poter lanciare ai suoi piedi qualche gregario, così da ritrovarselo in cima.

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Ovviamente ci vuole coraggio ed intelligenza per pianificare una tattica efficace e qualcuno potrebbe essere impaurito dalla lunghezza, ma questa potrebbe giocare a favore degli attaccanti se questi dovessero trovare un ottimo accordo. Va sempre tenuta a mente che la leggendaria tappa dell’Aquila misurava ben 262 km (profilovideo). In cima alla salita i corridori si troveranno di fronte ai desolanti resti dell’Hotel Rigopiano, RCS ha deciso di passare da qui proprio in omaggio alle vittime della tragedia del 18 Gennaio 2017. Dopo una prima parte piuttosto semplice, la discesa diventa decisamente tecnica, altro fattore che può favorire attacchi e frazionamenti. Dopo un tratto di circa 10 km nel fondovalle, i ciclisti torneranno a salire, questa volta verso Bruzzolana, che potrebbe risultare molto importante in più situazioni: finendo i gregari di quelli che tirano dietro, selezionando il gruppo di attaccanti o permettendo a qualche favorito di rientrare sulla fuga.

Finale Gualdo Tadino

Mappa interattiva del finale

I sali-scendi seguenti non sono di grande entità, ma potrebbero comunque favorire i corridori in avanscoperta, che comunque dovranno mantenere un buon accordo anche nei tratti pianeggianti che dominano la seconda parte di gara. La scalata al GPM di Annifo inizierà lentamente con 11,6 km al 2,7%, un falsopiano praticamente, per poi concludersi con 1,6 km al 7,2%. Qui si potrebbero vedere movimenti tattici interessanti, sia in fuga che nel gruppo, vista la possibile latitanza di gregari.

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Il finale sicuramente non è difficile, con 18 km più o meno pianeggianti, ma dopo 239 km potrebbe succedere di tutto. Negli ultimi 1200 metri si dovranno affrontare 4 curve a 90° in rapida successione, mentre il rettilineo finale misura circa 400 metri ed è su strada ampia. Tutto dipenderà dall’attidudine di DS e corridori: potremmo assistere ad un’imboscata pericolosissima, in pieno stile Giro, o ad una “semplice” tappa per coraggiosi.

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Raffaele Filippetti (@raffilpt)

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