Dopo il lungo viaggio ed il primo dei tre giorni di riposo, i corridori toccheranno suolo italiano, anche se non quello della Penisola. Giorno complicato, con molti metri di dislivello (circa 3300), ma nessuna salita che spicca per la sua durezza. Comunque questa è una giornata che si farà sentire sulle gambe nei ciclisti e lo sprint finale in pendenza potrebbe essere un’agonia per molti. La sequenza di ascese e le sempre complicate strade siciliane potrebbero favorire una fuga, però i distacchi dopo la tre-giorni israeliana non dovrebbero essere sufficienti a spingere il gruppo a lasciare troppo spazio ad un gruppetto. Comunque in frazioni del genere conviene sempre attaccare, non si sa mai. Senza provarci non si vince.
Meteo: Giornata serena, ma non troppo calda, con massime di 22°C. Vento laterale durante gran parte della tappa, con medie vicine ai 20 km/h, intensità da non sottovalutare, ma il terreno non è adatto a creare ventagli. Nell’ascesa che porta a Caltagirone il vento soffierà laterale-contrario alla marcia dei corridori, rendendo più difficile il compito degli attaccanti.
La salita di Vizzini e i seguenti sali-scendi prepareranno le gambe dei corridori in vista degli ultimi 15 decisivi chilometri. L’avvicinamento alla pendenza che porta alla contrada San Bartolomeo è su un lungo rettilineo su strada larga, dove probabilmente ci sarà una volata generale per prenderla nelle prime posizioni, anche se questa presenta un’ampia carreggiata e pendenze molto abbordabili. Si può fare un paragone con quella usata nell’approssimazione al traguardo di Fiuggi sia nel 2011 che nel 2015.
Il passaggio nella città, la cui entrata è segnata da una breve galleria che si conclude a 5 km dal traguardo, è piuttosto complicato, con strade relativamente strette e tortuose. Riuscire a stazionare nell’avanguardia del gruppo sarà fondamentale, visto che di tempo per risalire ce ne sarà veramente poco. Infatti, una volta raggiunto l’ampio Viale Torre dei Genovesi, praticamente la circonvallazione della città sicula, i ciclisti avranno solamente 600 metri per prepararsi ad affrontare la ripida erta finale: 900 metri all’8,5% di pendenza, con punte del 13%, ma gli ultimi 650 metri sfiorano il 10% medio. Ci si arriverà dopo aver affrontato un’arcigna S (mostrata nelle foto a seguire), quindi i ciclisti non avranno a disposizione una gran velocità di lancio, fattore che probabilmente si farà sentire. La volata sarà sicuramente agonica, con una quantità di acido lattico esorbitante, con più tipologie di corridori a giocarsi il successo parziale.
Raffaele Filippetti (@raffilpt)