Analisi tappa 19 Giro d’Italia

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Quarta tappa alpina consecutiva. 191 km più semplici per dislivello compessivo rispetto agli altri giorni, ma con una salita finale veramente dura. Una delle ultime possibilità per gli scalatori di fare la differenza, a solamente tre tappe dalla fine della Corsa Rosa.

Meteo: Giornata di nuovo calda, con vento leggero previsto contrario per quasi tutta la tappa. Nell’ultima salita invece fortunatamente dovrebbe soffiare favorevolmente alla marcia dei ciclisti.

Partenza San Candido - Piancavallo 2

Percorso interattivo dei primi chilometri

Il gruppo partirà subito in salita, con il Passo di Monte Croce Comelico da affrontare. Salita non impegnativa, ma in cui probabilmente si ripeterà il caos delle ultime tappe per entrare in fuga. Dopo la picchiata verso Santo Stefano di Cadore i ciclisti punteranno verso Sappada, famosissima per il “tradimento” di Roche a Visentini nel 1987, non segnata come GPM.

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Il Chianzutan è un normale 2° categoria posto a 86 km dal traguardo. Difficile vedere qualcosa di sorprendente.

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Profilo interattivo

Gli occhi di tutti saranno sulla salita finale. Parte molto dura, con i primi 6 km al 9,4% di media, tra cui 1000 metri a più dell’11%. Nella seconda parte si alleggerisce un po’, quindi distruggere le gambe degli avversari all’inizio per poi ampiare i distacchi nel finale potrebbe rivelarsi proficuo. Per caratteristiche ricorda l’ascesa di Pierre Saint Martin, affrontata nel Tour 2015. Nel 1998 Pantani realizzò una scalata incredibile, ma non riuscì ad aprire distacchi esagerati sui più immediati inseguitori – profilo, video, tempo.

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Come detto, nel finale spiana, con gli ultimi 1500 metri che sono proprio pianeggianti.

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Raffaele Filippetti (@raffilpt)

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