Dopo il tappone di ieri molti ciclisti saranno stanchi, ma c’è ancora da salire. E da fare chilometri, ben 219. Altra frazione molto lunga e di resistenza in cui ci potrebbero essere crisi e stravolgimenti repentini durante la corsa.
Meteo: È prevista una giornata temperata, con vento da nord-ovest, quindi laterale-contrario alla marcia dei corridori durante tutta la tappa tranne il tratto tra Cles e Giovo, dove dovrebbe essere favorevole.
Percorso interattivo della partenza
Dopo soli 3 km il gruppo comincerà a salire verso l’Aprica. È una salita impegnativa, non c’è paragone con il versante di Edolo (che rimane un’ascesa magnifica se affrontata dopo il Mortirolo, l’accoppiata perfetta), in cui tantissimi corridori proveranno ad inserirsi nella fuga, creando il caos nel gruppo. Qualche uomo di classifica potrebbe provare a sfruttarlo. Picchiata verso Edolo e si riprenderà a salire, questa volta verso il Tonale. Ascesa pedalabile, ma comunque di una certa entità. Come si può vedere, il terreno per provare qualcosa di folle per ribaltare il Giro c’è, basta solo un po’ di fantasia ed un pizzico di follia.
Dopo 50 km di falsopiano in piena Val di Non, la carovana rosa dovrà scalare la salita di Giovo. Comincia forte, con 1750 metri all’8,5% di media, per poi smorzarsi fino a Maso San Valentino, dove ritroverà le pendenze iniziali. Niente di impossibile, ma interessante per movimenti tattici.
Percorso interattivo del finale
Seppur senza GPM, gli ultimi 80 km sono in continua ascesa. Questo finale ricorda un po’ quello di Peio Terme del 2010, tranne per quanto riguarda lo strappo conclusivo. Qui un gruppo di fuggitivi, magari con qualche uomo di classifica, può avere la meglio su un plotone titubante e in deficit di gregari. Da sottolineare il passaggio a Cavalese, città che solitamente precedeva la scalata all’Alpe di Pampeago.
Il finale spiana ed a livello planimetrico è decisamente meno tecnico rispetto a quello di ieri.
Raffaele Filippetti (@raffilpt)