Potenziali corridori TNT 2017

Come lo scorso anno proponiamo una lista di dieci corridori che hanno la possibilità di esplodere durante l’attuale stagione. Non abbiamo voluto mettere chi ha già avuto grandi successi o chi sarebbe stato troppo ovvio. Questa volta l’abbiamo fatto in collaborazione, scegliendo ognuno cinque corridori. Ci scusiamo per il notevole ritardo della pubblicazione.

I 5 di @raffilpt

felline-fourmies-trek
Felline davanti a Boonen e Bouhanni al Fourmies. Trek Factory Racing

Fabio Felline (Trek-Segafredo). Il suo passaggio tra le categorie giovanili fu così buono che decise di fare il salto verso il professionismo a soli 19 anni, nonostante una regola federale gli impedisse di farlo prima dei 21 anni. Per questo richiese una licenza spagnola e approdò alla Footon-Servetto di Gianetti. Nella sua prima stagione raggiunse ottimi risultati già dalle prime gare, con una top 10 alla E3 Harelbeke e una top 5 in una tappa del Tour de Romandie. Questo poco prima della sua prima vittoria che arrivò nella seconda tappa del Circuit de Lorraine: l’arrivo fu molto caotico, con Felline che spinse Carrara a 50 metri del traguardo, secondo lui perché il corridore della Vacansoleil l’aveva chiuso. Fabio vinse anche la frazione seguente e la generale. Dotato di un buonissimo spunto veloce, che l’ha portato a battere addirittura Matthews a Vitoria-Gasteiz, resiste sempre meglio in salita, come dimostrato anche all’ultima Vuelta (dove ha conquistato la maglia a punti grazie a ben 7 piazzamenti nei 10), e in più occasioni ha messo in mostra il proprio motore, ad esempio nelle prove contro il tempo a cui prende parte o in una delle sue vittorie più belle, al GP de Fourmies 2015, dove riuscì ad anticipare il gruppo guidato da Boonen e Bouhanni.  Il terribile infortunio dello scorso anno nella partenza neutralizzata della Amstel Gold Race ha rischiato di troncare la sua carriera, ma è tornato più forte di prima. Al Tour de Pologne, prima corsa a tappe dopo il rientro, ha chiuso al 2° posto la classifica generale, miglior piazzamento in carriera in una WT, dietro solamente ad uno straordinario Tim Wellens. Alla Trek avrà libertà in molte corse, soprattutto nelle Ardenne, dove non ci dovrebbe essere Mollema.

Criterium du Dauphine 2016
Herrada trionfante a Chalmazel. Movistar Team

Jesús Herrada (Movistar Team). Da tempo segnalato come predestinato a raccogliere l’eredità del ciclismo spagnolo, ha fatto vedere solo in alcune occasioni sprazzi del suo talento, mostrando un’importante mancanza di regolarità. Arrivato alla soglia dei 27 anni è giunto il momento trovare una certa costanza nei risultati, anche perché la sua squadra ne avrà bisogno dopo il passaggio di Ion Izagirre alla Barhain-Merida. Dotato di buone capacità nelle cronometro (soprattutto quelle corte come il prologo della Paris-Nice dello scorso anno) e di una sparata veramente interessante (esibita in tutto il suo splendore nella 2° tappa del Delfinato 2016, tanto che i paragoni con Valverde si sono sprecati), deve migliorare sulle salite più lunghe, dove si è dimostrato capace al Romandie 2014, chiuso con un buon 9° posto. Il suo futuro però potrebbe risiedere nelle classiche, visto che è un gran passista, buon vallonaro ed ha un ottimo spunto veloce. Memorabile la sua prestazione ai Giochi Europei di Baku in supporto a Luis Leon Sanchez, che poi vinse – video. In una recente intervista a Zikloland ha detto di voler puntare a corse World Tour come il Romandie, per vincere o almeno salire sul podio. È un obiettivo a dir poco ambizioso, però da lui mi aspetto qualche piazzamento importante in queste corse, con qualche vittoria di qualità, magari alla Vuelta dove ha detto di voler esordire.

15-05-2016 Giro D'italia; Tappa 09 Radda In Chianti - Greve In Chianti; 2016, Lotto Nl - Jumbo; Roglic, Primoz; Panzano In Chianti;
Roglic durante la cronometro del Chianti. Sirotti

Primoz Roglic (LottoNL-Jumbo). Lo sloveno della squadra olandese ha stupito tutti nel Giro dello scorso anno, quando ha chiuso al secondo posto il prologo di Apeldoorn (dietro a Dumoulin di solo pochi centesimi), prendendosi poi la rivincita nella cronometro del Chianti. Ve l’avevamo già presentato nell’articolo in cui parliamo del suo passato da saltatore con gli sci e nel 2016 l’avevo già inserito tra i bonus dei TNT, ma quest’anno mi aspetto di più da lui, soprattutto nelle corse a tappe di una settimana, ancora di più se queste presentano una prova contro il tempo individuale, come ad esempio il Tour de Romandie. Infatti la stagione passata si è confermato in più occasioni a crono, mentre in salita si è fatto vedere solo all’Algarve, ma era al primo anno nel WT, negli anni precedenti ha dimostrato di avere ottime qualità anche su questo terreno. Il motore non gli manca.

Dubai Tour 2015
Valgren con la bandiera danese sulle spalle. BettiniPhoto

Michael Valgren (Astana Pro Team). Il ciclista danese è diventato famoso da under per le due vittorie consecutive conquistate alla Liège-Bastogne-Liège U23 (2012-2013), attaccando da lontano in entrambe le occasioni. Questi ed altri risultati gli hanno permesso di passare professionista con la Tinkoff-Saxo nel 2014, anno in cui si è reso protagonista di una memorabile edizione della 4 Jours de Dunkerque (video 3° tappa), oltre a vincere il campionato nazionale e il Tour of Denmark (che si aggiudicherà poi di nuovo nel 2016). Ha lavorato spesso per i compagni negli ultimi anni, ma alla Amstel dello scorso anno è riuscito a raggiungere un gran 2° posto, dimostrando di non aver perso il feeling con le Ardenne. In queste stagioni sembra aver sviluppato molto le sue capacità in pianura, mentre secondo me dovrebbe migliorare di più in salita, magari perdendo qualche chilo. Il suo trasferimento all’Astana (seguito dai connazionali Breschel e Hansen) è stato piuttosto sorprendente, ma potrebbe rivelarsi una buona scelta vista la libertà di cui dovrebbe godere in molte corse. Quest’anno però secondo me ha un appuntamento fondamentale a fine stagione: i campionati del mondo di Bergen. A Ponferrada 2014, dopo una magnifica prestazione, lo pronosticai vincitore.

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Walscheid al Tour of Hainan. Adrian Hoe

Max Walscheid (Team Sunweb). Veloce e vincente fin dalle categorie inferiori, il giovane sprinter tedesco è passato al professionismo lo scorso anno con la Giant-Alpecin, ma la sua prima stagione tra i prof non sarebbe potuta iniziare peggio: è stato infatti uno dei ciclisti coinvolti nell’incidente di inizio anno, con fratture a tibia e mano. È tornato a correre a maggio e già al campionato nazionale di giugno si è tolto una grandissima soddisfazione: infilarsi tra Greipel e Kittel sul podio, dimostrando tutto il suo talento, con Degenkolb che ha addirittura deciso di lanciargli la volata. La foto è da incorniciare. Dopo qualche corsa da gregario e una malattia, è tornato a fare il capitano al Tour of Hainan, dove ha dominato in lungo e in largo, con ben 5 vittorie su 9 tappe (compresa un’esultanza troppo anticipata che gli è costata il trionfo nella prima frazione – video). Il livello generale sicuramente non era alto, ma l’importante è che ha dimostrato di essere un vincente, caratteristica fondamentale per un velocista. Il suo fisico possente lo dovrebbe aiutare nella lotta per le posizioni di testa con gli altri sprinter e l’esperienza farà il resto. La sua squadra ha una lista incredibile di corridori veloci (tra cui anche l’interessantissimo Phil Bauhaus) e, se da una parte questo fattore potrebbe penalizzarlo, potrebbe anche ritrovarsi con un gran treno a sua disposizione se dovesse convincere i DS di essere il più forte. Sicuramente ha già la stima di Tom Dumoulin. Mi aspetto già qualche vittoria nel WT, magari anche in un GT.

I 5 di @RickyFilips95

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Lutsenko in solitaria verso Salon-de-Provence. AFP-James Startt

Alexey Lutsenko (Astana Pro Team). Il talento del ciclista kazako è stato evidente, a livello internazionale, dal 2012: in quella stagione, correndo per il team satellite dell’Astana, ha raggiunto vittorie di tappa al Valle d’Aosta, all’Avenir e al Tour of Bulgaria ed ha colto piazzamenti con grande costanza da aprile a ottobre, fino a coronare il tutto con la maglia iridata, conquistata in una combattuta volata ristretta dopo il Cauberg nella quale riuscì a battere un ciclista veloce come Bryan Coquard. Il passaggio al professionismo avviene nella formazione di casa, l’Astana, e il primo anno è di apprendistato, con l’esordio al Tour che lo vede protagonista nella tappa di Marsiglia (video) dove va in fuga ed è l’ultimo ad arrendersi. Nella seconda stagione arrivano le prime vittorie, con la crono del Tour of Denmark e il Tour of Almaty, prova che ha vinto anche nelle due annate successive. Alla Vuelta dimostra la sua buona resistenza in salita arrivando secondo, in fuga, ad Aramón Valdelinares. Alexey è capace anche sul pavé, come confermano la Driedaagse De Panne (video) e il Ronde van Vlaanderen dello scorso anno, anche se il suo punto di forza è di certo il motore, che sul piano e nei percorsi vallonati può far andare a pieni cavalli: le vittorie nella ottava tappa del Tour de Suisse 2015 (dove battè Bakelants, che, impressionato, si congratulò con lui a fine tappa – video) e nella quinta della Paris – Nice 2016 (video) sono state esibizioni della classe e della potenza del kazako. La stagione dell’erede di Vinokourov (che lo ha descritto dicendo: “Ha caratteristiche simili a quelle che avevo io, però è un po’ più veloce”) è stata però frenata da due cadute: la prima nell’ultimo chilometro dell’Amstel, quando stava partendo all’inseguimento dei due attaccanti, e la seconda a Monaco, durante il suo ultimo allenamento prima di Rio, grande obiettivo stagionale (difendeva il titolo del suo mentore), nel quale poteva fare veramente bene considerando lo svolgimento della corsa e il suo modo di correre aggressivo. Ci si aspetta il salto di qualità quest’anno con risultati importanti nelle classiche e nelle corse di una settimana, con magari una vittoria di tappa al Tour per far sbocciare del tutto questo incredibile talento.

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Moscon sul pavé durante la sua prima Roubaix. FabyLuce

Gianni Moscon (Team Sky). “Il trattore” di Trento ha iniziato a primeggiare tra gli U23 già a 20 anni, quando, oltre a molti piazzamenti, ha vinto il Piccolo Giro di Lombardia (video), davanti al prossimo corridore di questa lista, dopo la delusione del Mondiale di Ponferrada: era andato all’attacco sulla prima salita del giro finale, ma una scivolata nell’ultima curva della discesa successiva ha posto fine ai suoi sogni di gloria (video ultimo giro). Nella stagione seguente, oltre a quattro classiche italiane e il Nazionale di categoria, ha mostrato quello che più impressiona del giovane trentino: l’incredibile duttilità che lo ha portato a chiudere il Ronde van Vlaanderen Beloften al 2° posto e a lottare per le prime cinque posizioni sulle montagne del  Tour de l’Avenir, prima di ritirarsi per problemi al tendine d’Achille. Ancora una volta però il Mondiale, obiettivo stagionale, non va come sperato: nonostante il 4° posto e un ottimo lavoro per il connazionale Consonni (argento) nel finale, una buca presa ai piedi dello strappo di Libby Hill gli ha fatto sganciare il piede dal pedale e perdere così molte posizioni nel momento in cui è esplosa la corsa (video). Il passaggio tra i professionisti è con la Sky ed è subito messo alla prova: dopo il podio nella generale della Settimana Internazionale Coppi e Bartali è al via dei due Monumenti sul pavé. E Gianni non delude: al Fiandre non è molto attivo, ma alla Roubaix si mette in mostra lavorando per Stannard e chiudendo 38° nonostante due cadute. Continua a mettere in luce la sua completezza ottenendo la prima vittoria nell’arrivo in salita dell’Arctic Race of Norway, vincendo poi la generale e chiudendo la stagione con due grandissime prestazioni nei vallonati Grand Prix Cycliste de Quebec (video) e Montreal, all’attacco nel finale nel primo e 6° in volata nel secondo. Quest’anno ha in programma quasi tutte le classiche di primavera, con Sanremo, Fiandre, Roubaix e Ardenne. Non partirà come capitano, ma avrà le opportunità per farsi valere, magari anche alla Vuelta a fine stagione, e non credo che deluderà.

CYCLING LIEGE BASTOGNE LIEGE
Teuns al suo miglior risultato alla Liegi nella glaciale edizione del 2016. BELGA

Dylan Teuns (BMC Racing Team). La prima vittoria di rilievo del belga di Diest è arrivata nella categoria juniores alla Omloop Het Nieuwsblad, ma il fiammingo ha scoperto ben presto che le corse a lui più adatte erano nell’altra metà del Belgio, sulle Ardenne. Il primo piazzamento alla Liegi è giunto nel 2013, nella versione U23, e nella stessa città ha ottenuto la prima vittoria in questa categoria nella Triptyque Ardennaise. L’anno della svolta è stato però il successivo: secondo a Liegi, Het Nieuwsblad, Piccolo Giro di Lombardia (battuto proprio da Moscon) e nella generale del Tour de Bretagne; ha dimostrato un buon feeling anche con le montagne (in realtà si era già piazzato due volte nella Ronde de l’Isard) vincendo una tappa al Giro della Valle d’Aosta e al Tour de l’Avenir e si è meritato così la possibilità di fare il salto dalla BMC giovanile a quella professionistica. Dylan ha colto al volo l’occasione e ha vinto la maglia dei giovani nella sua prima competizione al Tour of Utah per poi piazzarsi nei  10 al Tour of Britain e al GP de Wallonie. Il belga non ha arrestato la sua crescita alla prima stagione tra i pro ed ha impressionato nella campagna delle Ardenne dove ha colto un eccezionale 13° posto alla Freccia Vallone seguita da un ottimo lavoro per Gilbert alla Liegi, prima di chiudere al quarto posto nella corsa a tappe nazionale, il Belgium Tour. Una polmonite a inizio stagione lo ha frenato nel 2016, nonostante ciò il 24enne belga ha comunque chiuso nei primi venti la Amstel e la Liegi ed ha concluso il suo primo Grande Giro, la Vuelta, entrando in una bella fuga nella tappa dell’Alto del Naranco. Con la partenza di Gilbert verso la Quick-Step, Teuns avrà più libertà nelle classiche a lui più congeniali. Considerando poi che concludere il primo GT porta di solito un boost nella condizione fisica e sperando che la preparazione non venga intaccata da problemi di salute, ci si aspetta una stagione ad alti livelli, con piazzamenti nelle classiche e una o più vittorie per far esplodere la carriera di Dylan.

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Morton torna alla vittoria a Payson. Cor Vos/Cyclingtips

Lachlan Morton (Team Dimension Data). Già prima dei 20 anni aveva mostrato ottime qualità da scalatore piazzandosi nei 10 a Snowbird e Genting Highlands e di conseguenza nelle generali, rispettivamente, di Tour of Utah e Tour de Langkawi, ma la vera esplosione è arrivata nel 2013, alla prima vera stagione da pro, quando in Utah vinse una tappa con una grande azione sul Mount Nebo (highlights) e poi finì 5° all’USA Pro Challenge, primeggiando in entrambe le gare nella classifica dei giovani. A questo punto tutto sembrava indicare una grande carriera, ma l’anno successivo sono arrivati i dubbi, per un inizio difficile, dei problemi con il visto che non gli permettevano di tornare nella sua casa di Boulder e, soprattutto, una mancanza di divertimento nel fare la vita del professionista. Aveva perso il semplice gusto di pedalare. Per ritrovarlo è partito allora con suo fratello Gus, ex-pro davvero simpaticissimo (come Lachlan d’altronde), che aveva mollato il professionismo a 21 anni quando correva per la Drapac, dandosi poi alla televisione (la sua scheda di regista televisivo su IMDb) , in un viaggio di 2500 km lungo 12 giorni in terra australiana*. E questo ha funzionato alla perfezione: i due hanno ritrovato l’amore di andare in bicicletta ed hanno pensato ad un ritorno, ad un livello più basso, non nel World Tour e non in Europa. La Jelly Belly era in cerca di un sostituto per Serghei Tvetcov e i fratelli Morton furono una scelta quasi immediata. Il primo anno c’è stata una graduale crescita fino al 10° posto in Utah e al 5° in Colorado, ma fu la stagione scorsa che Lachy ha davvero mostrato il suo talento: tappa e generale al Tour of the Gila e, soprattutto, due tappe e successo finale nella corsa che per prima lo ha messo sotto la luce dei riflettori tra i pro, il Tour of Utah, grazie alla sua vittoria di Payson, dove si scalava nuovamente il Mount Nebo, (video finalehighlights) e l’esibizione di Park City, sulle pendici dell’Empire Pass (video). Dopo questa prestazione si sono riaperte le porte del World Tour per Lachlan, che a 25 anni si sente pronto per riprovarci con la Dimension Data, scelto soprattutto perché sembra un team “abbastanza rilassato”, che gli lascerà libertà. La squadra sudafricana ha dimostrato di saper far rendere al meglio i suoi ciclisti e mi aspetto un’ottima stagione dall’australiano, con piazzamenti in tappe e classifiche generali e magari qualche vittoria nelle corse che ha in programma tutte molto adatte alle sue caratteristiche: Catalunya, Pais Vasco, California, Suisse e Vuelta.

CYCLING-ESP-TOUR
Stuyven a braccia alzate a Murcia. Tim de Waele

Jasper Stuyven (Trek Segafredo). Non tutti i ciclisti di primo livello raggiungono la vetta internazionale già da juniores, ma questo discorso non vale per il belga di Leuven, capace di vincere il Mondiale nel suo primo anno in questa categoria e la Paris-Roubaix (video) nel secondo, per poi sfiorare il bis tra gli U23 (video). La Bontrager Livestrong era alla ricerca di un uomo da classiche per rimpiazzare Taylor Phinney e la scelta ricadde su Stuyven, che colse al volo l’occasione: il team statunitense, ora Axeon Hagens Berman, è una delle formazioni che meglio fa crescere i giovani e moltissimi di quelli passati di lì si ritrovano o in Professional o nel World Tour. Jasper ha mostrato grandi capacità anche nei terreni vallonati piazzandosi alla Liegi-Bastogne-Liegi tra gli U23, ma anche tra i pro al Grand Prix de Wallonie e al Grote Prijs Jef Scherens, corsa di casa. Il ragazzo è pronto e fa il salto tra i grandi, con la Trek che aveva capito il talento che aveva tra le mani e non voleva perderlo come successo con Phinney. Il belga è stato da subito messo alla prova in un GT e non delude: alla Vuelta coglie sei piazzamenti tra i dieci, con ben tre quarti posti. Il suo spunto veloce è un’ottima arma per ottenere risultati, soprattutto in volate ristrette, e Stuyven sa come sfruttarlo al meglio, come dimostrato alla corsa di tre settimane spagnola dell’anno successivo, dove vinse la tappa di Murcia (videoricordata maggiormente per la caduta di Sagan dovuta allo scontro con una moto). Ma è stata la stagione scorsa nella quale ha davvero iniziato a far parlare di sé, quando nelle classiche ha mostrato di poter recitare un ruolo da grande protagonista già dal weekend di apertura: aveva perso il momento dell’attacco decisivo alla Omloop Het Nieuwsblad, per poi cadere nell’inseguimento, ma si è preso la rivincita con un’esibizione magnifica alla Kuurne-Brussel-Kuurne (video). Ha continuato con la sua campagna del nord con un grande 5° posto alla E3 Harelbeke (video), dopo che si era fermato ad aiutare il compagno di squadra Cancellara, che aveva avuto un problema meccanico, e alla Roubaix dove ha guidato per molti chilometri l’inseguimento al gruppo di Boonen sempre in favore dello svizzero. Senza Fabian, che si è ritirato, è arrivato Degenkolb, ma evidentemente Jasper avrà molte più possibilità di farsi valere, con la Trek che potrebbe trovarsi con il belga all’attacco e il tedesco sulle ruote ad aspettare la volata: una situazione perfetta.

Bonus. Come lo scorso anno, in questa categoria finiscono corridori con grandi potenzialità, ma con meno possibilità di brillare, soprattutto a causa del calendario. Uno di questi è Amaury Capiot, uno dei tanti talenti belgi sfornati dalla fucina della Topsport-Vlaanderen. Buon velocista, capace già di piazzarsi in corse di alto livello nel 2016. Altro sprinter molto promettente è il giovane colombiano Juan Sebastian Molano, della Manzana-Postobon. Versatile e capace anche negli arrivi in leggera salita, avrà chance di farsi vedere anche in Europa. Dopo aver fatto vedere grandi cose al Tour of Britain 2015, Xandro Meurisse si è guadagnato un contratto con la Wanty dopo un grande 2016. Mekseb Debesay ha chiuso benissimo la scorsa stagione, battendo ciclisti del calibro di Nibali e Contador nell’arrivo in salita dell’Abu Dhabi Tour. Quest’anno vorrà confermarsi a quei livelli. Fenomeno fin dalle categorie giovanili, per Stefan Küng è arrivato il momento di alzare l’asticella. Purtroppo per lui però alle classiche non sarà facile esprimersi vista la presenza ingombrante di Van Avermaet. Nella categoria under 23 era un campione anche Davide Villella, uno dei più forti e costanti al mondo. Ha chiuso molto bene il 2016, il problema sarà trovare il bandolo della matassa in mezzo al caos della Cannondale-Drapac di Vaughters. Concludiamo con l’enigmatico Evgeny Shalunov, un russo dal motore incredibile, ma che durante l’inverno sembra soffrire gli stessi problemi di Ullrich. Con una preparazione adeguata potrebbe regalare sorprese al Giro.

*Hanno rinominato l’avventura “Thereabouts” e consiglio vivamente di leggere e guardare ciò che è stato pubblicato su di essa (documentariovideo; documentario secondo viaggio con Cameron Wurf e Taylor Phinney – il video è a pagamento, ma merita).

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