Tutti i ritiri del 2016

Così come l’anno scorso, anche quest’anno abbiamo deciso di fare una sorta di carrellata-omaggio a coloro che hanno deciso di appendere la bici al chiodo ricordandoveli (e ricordandoli).

-Fabian Cancellara (35 anni, Trek-Segafredo)

Per capire ciò che il “treno di Berna” ha dato al ciclismo basta guardare il suo palmarès: tre Roubaix (2006, 2010, 2013) e tre Ronde (2010, 2013, 2014) di cui due doppiette, 4 Mondiali ITT (2006, 2007, 2009, 2010), due ori olimpici a crono (Rio e Beijing), una Sanremo (2008), 3 GP Harelbeke (2010, 2011, 2013) e altre vittorie prestigiose tra cui anche tappe al Tour (passando ben 29 giorni in giallo), alla Vuelta, plurivincitore alla Strade Bianche, ma anche la classifica generale alla Tirreno (2008) e al Tour de Suisse (2009). Probabilmente da annoverare nel club dei “grandissimi” della bicicletta, un fuoriclasse dotato di enorme potenza (come dimenticare i suoi allunghi prodigiosi, secondo alcuni anche un po’ dubbi, ad esempio del 2010…). Ben presto si è ritagliato un ruolo di leader nel plotone (forse, come al Tour 2010, anche troppo…) diventando una delle figure di riferimento nel gruppo. Se c’è una cosa che più di tutte ci mancherà saranno sicuramente i suoi duelli con lo storico rivale Tom Boonen.

Cancellara vince in solitaria “De Ronde” a Ninove nel 2010. Cor Vos

-Joaquim Rodríguez (37 anni, Team Katusha)

Forse “Purito” non sarà stato uno dei più vincenti, ma anche per questo, oltre alla sua grande simpatia, si è attirato l’approvazione di molti appassionati. Come detto il suo palmarès, purché già di ottimo livello, non rende davvero qual è stata la forza di questo esplosivo scalatore spagnolo: a due Giri di Lombardia (2012 e 2013), una Flèche Wallonne (2013), tappe a Giro, Tour e Vuelta e un campionato nazionale vanno infatti aggiunti un podio iridato (3° al traguardo in occasione della famosa “frittata” spagnola di Firenze), un podio a Giro (2012) e Tour (2013) e podi alla Vuelta (2015 e la beffa del 2012 dove, ormai avviato verso un probabile successo, venne messo in crisi da uno scatenato Contador nella famosa 17ª tappa di Fuente Dé). In carniere vanta anche due vittorie generali alla Volta a Catalunya (2010 e 2014) e una al Paesi Baschi (2015) oltre ad altri piazzamenti di prestigio nei Grand Tours. Purtroppo ha concluso la carriera agonistica in malo modo a causa della diatriba con la Katusha e l’indecisione sulla proposta del nuovo Team Bahrain.

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La schiacciante  vittoria di Purito alla Flèche Wallonne del 2012. Nicolas Gotz

-Fränk Schleck (36 anni, Trek-Segafredo) 

Il maggiore dei fratelli Schleck appende la bici al chiodo (dopo che il fratello Andy, un talento tanto puro quanto sprecato, fece lo stesso a inizio 2015) dopo una carriera passata sempre nei team di Luca Guercilena (dalla CSC alla Trek-Segafredo). Nonostante i pochi successi, vanta comunque risultati molto prestigiosi come il podio al Tour de France 2011 (in compagnia del fratello e di Cadel Evans), la generale del Tour de Suisse 2010, l’Amstel Gold Race del 2007, due tappe al tour (2006 e 2009), il podio alla Liegi del 2011 (sempre in compagnia del fratello Andy) e un 4° posto nella generale al Tour del 2009. Nel finale di carriera ha visto purtroppo un significativo calo (probabilmente complici anche le gravi difficoltà del fratello) con un’unico acuto ad Ermita de Alba alla Vuelta del 2015.

La vittoria di Frank Schleck all’Ermita de Alba alla Vuelta del 2015. Graham Watson

-Ryder Hesjedal (36 anni, Trek-Segafredo)

Il cagnaccio canadese della Trek-Segafredo decide di appendere la bicicletta al chiodo. Vincitore di un Giro d’Italia (2012) e con altri piazzamenti come un 5° posto a Tour (2010) e Giro (2015), tappe a Giro e Vuelta e un podio all’Amstel Gold Race 2010, di Ryder rimarrà sicuramente impresso il suo stile sgraziato accompagnato però da una caparbietà e da una grinta notevoli (quante volte l’abbiamo visto arrancare resistendo tuttavia in fondo al gruppetto dei migliori…).

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Ryder Hesjedal trionfante a Milano con il trofeo senza fine al Giro 2012. Cycling Art Blog

-Jean-Cristophe Peraud (39 anni, AG2R La Mondiale)

L’ex-biker francese appende la bici al chiodo dopo una breve seppur soddisfacente carriera. Nonostante sia passato tardi alla strada (aveva già 31 anni), ha fatto in tempo a distinguersi anche sull’asfalto raggiungendo l’apice della notorietà con il sorprendente 2° posto al Tour de France 2014 (oltre ad un’altra top 10 nel 2011). Le sue capacità sia in montagna che contro il tempo gli hanno permesso di raggiungere altri importanti piazzamenti in corse a tappe World Tour, oltre che un titolo nazionale a crono (2009). In quanto a vittorie vanta due tappe al Tour Mediterraéèn (2013 e 2014) e la vittoria nella classifica generale del Critérium International nel 2014 e 2015.

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Peraud (a sinistra) sul podio a Parigi del Tour de France 2014. SIPA

-Michael Rogers (37 anni, Tinkoff-Saxo)

L’esperto australiano è stato costretto a dire basta a inizio 2016 a causa di problemi cardiaci. Corridore dotato di grandi capacità a crono, che gli hanno permesso di conquistare tre titoli iridati consecutivi tra 2003 e 2005, ma anche di discreta resistenza in salita (top 10 al Tour 2006 e al Giro 2009), è stato però soprattutto un importante gregario per uomini come Wiggins (fu parte del famoso “trenino” Sky al Tour 2012) e Contador, nella quale squadra riuscì a ritagliarsi spazi che gli permisero di vincere due tappe al Giro e una al Tour nel 2014.

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Rogers vincente a Bagnères-de-Luchon  al Tour 2014. Sirotti

-Matthiew Goss (30 anni, One Pro Cycling)

Probabilmente una delle più grandi meteore del ciclismo moderno. In pochissimi anni è passato da protagonista assoluto delle volate (classici i duelli con Cavendish e Farrar) e star internazionale (vincitore della Sanremo nel 2011) a corridore anonimo, lasciando il ciclismo ad un livello neanche lontanamente vicino ai suoi standard di qualche anno fa.

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Goss vince la Milano-Sanremo 2011 sul lungomare Italo Calvino. Graham Watson

-Johan Vansummeren (35 anni, AG2R La Mondiale)

Purtroppo dobbiamo registrare un altro ritiro forzato da seri problemi fisici. Il lungagnone fiammingo è stato infatti costretto al ritiro per problemi cardiaci; nonostante l’età Vansummeren avrebbe avuto ancora la voglia di compiere sacrifici per vivere in mezzo al gruppo e questo stop forzato gli ha provocato grande tristezza e dolore. Lo ricorderemo sempre come il vincitore a sorpresa della Paris-Roubaix 2011.

-Gerald Ciolek (30 anni, Stölting Service Group)

Il velocista tedesco dice addio al professionismo dopo una carriera che non è mai decollata, tradendo le impressioni che diede nei primissimi anni da pro’. Tuttavia nel suo palmarès, come un guizzo, troviamo la Milano-Sanremo da tregenda del 2013, forse anno migliore della sua carriera. Vanta anche una tappa alla Vuelta (2009), nonostante i migliori risultati li abbia ottenuti in patria vincendo diverse tappe tra Bayern Rundfahrt e Deutschland Tour oltre a diversi podi alla Vattenfall Cyclassics.

-Jesse Sergent (28 anni, AG2R La Mondiale)

Probabilmente uno dei ritiri più incredibili e beffardi quello del neozelandese. Purtroppo infatti il cronoman ex-Trek è stato costretto al ritiro a causa degli importanti strascichi lasciati dall’assurda caduta rimediata alla Ronde van Vlaanderen 2015 dove venne buttato a terra dalla macchina dell’assistenza neutra. In carriera grazie alle sue capacità contro il tempo ha vinto la classifica generale della Driedaagse van West-Vlaanderen e del Tour du Poitou-Charentes, entrambe nel 2011, oltre ad aver anche ottenuto importanti successi nella pista.

-Matteo Tosatto (42 anni, Tinkoff)

L’espertissimo veneto è stato costretto al ritiro per non aver trovato contratto per il 2017 (rimane il “giallo” sulla mancata ma annunciata chiamata di Contador alla Trek). Gregario di grandissima esperienza (attualmente il corridore con più Grandi Giri all’attivo, ben 33) è riuscito tuttavia in carriera a ritagliarsi qualche spazio come una vittoria di tappa al Tour (2006) e al Giro (2001).

-Pierrick Fedrigo (38 anni, Fortuneo-Vital Concept)

L’esperto francese verrà ricordato soprattutto come uno dei migliori attaccanti dell’epoca, il classico cacciatore di tappe dalla fuga, grazie ad un’astuzia e un cinismo che gli hanno permesso di conquistare tra l’altro tappe al Tour. Insomma, un vero “lasterketiano”.

-Yaroslav Popovych (37 anni, Trek-Segafredo)

Una grande stella mancata. Così si può definire il corridore ucraino; ai tempi di passare professionista infatti era annunciato come un talento fenomenale, che però si è rivelato semplicemente un buon corridore che è finito per spegnersi col passare del tempo, finendo a svolgere compiti di gregariato. Tra i risultati più importanti un podio al Giro (2003) una top 10 Tour (2007) e Giro (2004) e la vittoria generale alla Volta a Catalunya nel 2005.

-Fabian Wegmann (36 anni, Stölting Service Group)

L’esperto corridore tedesco chiude la carriera in modo anonimo dopo essere stato negli anni un discreto corridore da percorsi mossi, capacità che gli hanno permesso di arrivare 3° al Lombardia 2006 e di vincere due GP Rund um den Frankfurt (2009 e 2010), una Tre Valli Varesine (2004) e un campionato nazionale in linea (2012). Vanta inoltre una vittoria nella classifica degli scalatori al Giro d’Italia del 2004.

-Yauheni Hutarovich (33 anni, Fortuneo-Vital Concept)

Il velocista bielorusso è costretto a dire basta causa la mancanza di un contratto per quest’anno. Discreto velocista, ha trovato più volte la vittoria in corse minori dei circuiti continentali (tra gli altri due GP de la Somme, una Coppa Bernocchi, un Stluitingsprijs Putte-Kappelen e alcune vittorie in corse a tappe) riuscendo a imporsi tuttavia anche in una tappa alla Vuelta a España 2010 e due volte al Tour de Pologne (2004, 2010). Vanta anche due titoli nazionali in linea (2012 e 2014).

-Gianni Meersman (31 anni, Fortuneo-Vital Concept)

È notizia di pochi giorni fa l’improvviso addio di Gianni Meersman alle corse, ancora una volta a causa di problemi di salute, precisamente cardiaci. Il veloce corridore belga era andato via dalla Quick-Step per giocarsi le sue carte alla Fortuneo, cosa che purtroppo però non potrà fare.

-Peter Velits (31 anni, BMC Racing Team)

Uno dei ritiri che personalmente mi ha sorpreso di più è stato quello dello slovacco Peter Velits. Si ritira infatti relativamente giovane, dopo aver esordito promettendo buoni risultati per quanto riguarda le corse a tappe (capacità in salita e a crono che gli hanno permesso di arrivare sul podio alla Vuelta del 2010) ritrovandosi poi ad essere un utile gregario per le salite per capitani come Evans, Porte e Van Garderen.

-Johnny Hoogerland (33 anni, Roompot-Oranje Peloton)

Come si può non scrivere due parole su uno dei migliori “lasterketiani” del gruppo? Johnny infatti è passato alla storia, oltre che per il famoso incidente che lo vide coinvolto insieme a Flecha al Tour de France del 2011, per la sua grande combattività in corsa. Purtroppo chiude la carriera piuttosto in ombra, lontano dai suoi standard dei tempi migliori.

-Jack Bobridge (27 anni, Trek-Segafredo)

L’australiano è stato costretto al ritiro nonostante la relativamente giovane età a causa di seri problemi di artrite reumatoide che da tempo lo condizionavano. Insieme a vari successi su pista insieme alla squadra australiana su strada vanta due campionati nazionali in linea (2011 e 2016, l’ultimo dei quali conquistato con una coraggiosa azione che gli è valsa anche uno dei nostri Premio Lasterketa Burua)

-Jerome Coppel (30 anni, IAM Cycling)

-Vicente Reynes (35 anni, IAM Cycling)

-Tom Veelers (32 anni, Giant-Alpecin)

-Sebastian Chavanel (33 anni, FDJ)

-Maarten Tjallingii (39 anni, Lotto NL-Jumbo)

-Murilo Fischer (37 anni, FDJ)

-Sébastien Minard (34 anni, AG2R La Mondiale)

-Marcel Wyss (30 anni, IAM Cycling)

-Marcel Aregger (26 anni, IAM Cycling)

-Mario Costa (31 anni, Lampre-Merida)

-Gert Dockx (28 anni, Lotto Soudal)

-Xabier Zandio (39 anni, Sky)

-Phil Gaimon (31 anni, Cannondale-Drapac)

-Caleb Fairly (29 anni, Team Giant – Alpecin)

-Cheng Ji (29 anni, Team Giant – Alpecin)

-Carter Jones (27 anni, Team Giant – Alpecin)

-Christian Meier (31 anni, ORICA-BikeExchange)

-Alexander Kolobnev (35 anni, Gazprom-Rusvelo)

-Francesco Chicchi (36 anni, Androni-Sidermec)

-Linus Gerdemann (34 anni, Stölting Service Group)

-Matthew Busche (31 anni, UnitedHealthcare Pro Cycling Team)

-Sylwester Szmyd (38 anni, CCC Sprandi Polkowice)

-Graeme Brown (37 anni, Drapac Professional Cycling)

-Leonardo Duque (36 anni, Delko Marseille Provence KTM)

-Dominik Nerz (27 anni, Bora-Argon 18) 

-Bartosz Huzarski (36 anni, Bora-Argon 18)

-Wouter Mol (34 anni, Cyclingteam Joijn’s-De Rijke)

-Tom Zirbel (38 anni, Rally Cycling)

-Adam Phelan (25 anni, Drapac Professional Cycling)

-Bruno Pires (35 anni, Team Roth)

-Daniele Ratto (27 anni, Androni-Sidermec)

-Andrea Zordan (25 anni, Team Roth)

-Jan Ghyselinck (28 anni, Verandas Willems Cycling Team)

-Wesley Sulzberger (30 anni, Kinan Cycling Team)

-Travis Meyer (27 anni, Drapac Professional Cycling)

-Pablo Urtasun (36 anni, Funvic Soul Cycles)

-Tiziano Dall’Antonia (33 anni, Androni-Sidermec)

-Kai Reus (31 anni, Roompot-Oranje Peloton)

-Jannick Eijssen (27 anni, Crelan-Vastgoedservice)

-Jean-Marc Bideau (32 anni, Fortuneo-Vital Concept)

-Bernard Sulzberger (33 anni, Drapac Professional Cycling)

-Boris Dron (28 anni, Wanty – Groupe Gobert)

-Gorik Gardeyn (36 anni, Superano Ham-Isorex)

-Mirko Selvaggi (31 anni, Androni-Sidermec)

-Alessandro Malaguti (29 anni, Unieuro-Wilier)

-Alexander Serov (34 anni, Gazprom-RusVelo)

-Jef Van Meirhaeghe (25, Topsport Vlaanderen-Baloise)

-Antoinio Viola (25 anni, Nippo-Fantini)

-Sander Helven (26 anni, Topsport Vlaanderen-Baloise)

-Tomasz Kiendys (39 anni, CCC Sprandi Polkowice)

-Christophe Laborie (30 anni, Delko Marseille Provence KTM)

Anche tra le donne dobbiamo ricordare alcuni importanti ritiri come:

-Emma Johansson (33 anni, Wiggle High5)

L’esperta svedese dice basta dopo una carriera solida: ciclista completa, capace di dire la sua in salita, a crono e corse di un giorno. Tra i suoi più importanti successi infatti ci sono corse a tappe come due Emakumeen Bira (2013 e 2016), tre Thüringen Rundfahrt, due Trophée D’or Feminin e un Belgium Tour (2015). Tra le corse in linea invece conta in palmarès un Trofeo Binda (2014), una Boels Rental Hills Classic (2014) e una Ronde van Drenthe (2009) oltre a numerosi piazzamenti ai Mondiali (compresi due podi).

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La vittoria di Emma a Durango nell’Emakumeen Bira 2015. Cor Vos

– Evelyn Stevens (33 anni, Boels-Dolmans Cycling Team)

L’americana abbandona il mondo dei pro’ ancora all’apice delle proprie capacità. La sua resistenza in salita, unita alle grandi capacità a cronometro le hanno permesso di togliersi belle soddisfazioni come cinque tappe e due podi al Giro Rosa, tre tappe e la generale alla Route de France (2012), un Thüringen Rundfahrt (2014), la Flèche Wallonne 2012, una Chrono Gatineau (2010), quattro titoli nazionali a crono e, grazie anche alla forza delle squadre in cui ha militato, quattro cronosquadre iridate e altrettante TTT di Vårgårda. Da segnalare come sia anche la detentrice del record dell’ora femminile, stabilito il 27 febbraio scorso percorrendo 47,980 km.

Evelyn Stevens conquista il record dell’ora a Colorado Springs. Casey Gibson

-Mara Abbott (31 anni, Wiggle High5)

L’americana si ritira dopo una carriera tormentata da seri problemi personali nella quale non sempre è riuscita ad esprimere le sue grandi qualità in salita: nel palmarès vanta infatti “solo” sette tappe e due classifiche generali (2010 e 2013) al Giro Rosa, due Tour of the Gila (2015, 2016) e una Vuelta a el Salvador nel 2014. Vanta anche un 4° posto alle ultime Olimpiadi dove, sempre grazie alla sua abilità quando la strada sale, sembrava involarsi verso la vittoria in solitaria salvo poi essere ripresa negli ultimi metri.

La vittoria di Mara Abbott al Giro Rosa 2015. Velofocus

Oltre alla strada, anche il ciclocross ha visto corridori appendere la bici al chiodo:

-Sven Nys (40 anni, Crelan-Vastgoedservice)

Molti l’hanno considerato il più grande crossista di sempre dopo Erik De Vlaeminck. Così si potrebbe definire De Kannibaal van Baal (“Il Cannibale di Baal”), un pezzo di storia del ciclocross che ha segnato un’epoca: tanti sono stati infatti suoi avversari, passando per Bart Wellens, Niels Albert, Zdenek Stybar e i più attuali protagonisti, ma la costante è sempre stata lui. Il suo palmarès è da brividi: sette Coppe del Mondo, tredici Superprestige, nove GVA Trofee (ora DVV Trofee), “solo” due Mondiali (2005 e 2013), nove titoli nazionali e quasi 300 vittorie in carriera. Oltre a ciò sono da aggiungere cinque titoli nazionali in MTB, tutte vittorie che hanno contribuito a farne una vera e propria star in terra natia (per molti alla pari di un certo Tom Boonen…). Nonostante il ritiro dall’attività agonistica, Sven è ancora molto attivo nel mondo del ciclocross: è infatti proprietario e manager dello squadrone Telenet-Fidea.

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Sven Nys coglie il 50° successo in Coppa del Mondo a Koksijde nel 2015. Bart Hazen

-Sven Vanthourenhout (36 anni, Crelan-Vastgoedservice)

In generale abbiamo dovuto constatare che, rispetto agli anni scorsi, quest’anno abbiamo visto molti corridori ritirarsi in seguito a team che hanno chiuso i battenti (Tinkoff e IAM su tutti) e a causa di problemi fisici, in particolar modo cardiaci. Quest’ultimo fatto sinceramente mi insinua alcuni dubbi e preoccupazioni: che siano dei primi segnali di allarme per un ciclismo che, per un  motivo o per l’altro, chiede sempre di più a coloro che lo praticano per professione? Svolgere attività fisica fa sempre bene o oltre un certo limite potrebbe rivelarsi dannoso? A tal proposito ho trovato molto interessanti due articoli (in inglese, di VeloNews e CyclingTips) che analizzano la questione.

Per concludere questo articolo va fatta una menzione speciale per Bradley Wiggins, il quale, dopo innumerevoli ripensamenti e indecisoni, ha finalmente deciso di ritirarsi ufficialmente. Raro esempio di trasformazione tanto radicale quanto efficace, dopo aver vinto praticamente tutto su pista (ori olimpici e mondiali, in particolare nell’inseguimento), grazie soprattutto al Team Sky decide di trasformarsi in corridore da corse a tappe su strada, scommessa vinta con la trionfante stagione 2012 dove vince Paris-Nice, Tour de Romandie, Critérium du Dauphiné, Tour de France e crono olimpica sulle strade di casa. Cronoman formidabile, ha vinto anche l’oro mondiale a Ponferrada nel 2014.

Un pensiero va anche a Stig Broeckx, lo sfortunatissimo corridore della Lotto-Soudal vittima di un grave incidente all’ultimo Belgium Tour che gli ha causato diversi mesi di coma, dal quale però per fortuna è uscito e sta cercando gradualmente di riprendersi.

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