Ultima possibilità per cambiare le sorti di questa Grande Boucle. Stesso chilometraggio della tappa precedente e tanta montagna distribuita lungo il percorso. Purtroppo però le sequenze non sono perfette, con pianura tra le salite, favorevole al lavoro del gruppo.
Meteo: giornata fresca, con buone probabilità di pioggia durante tutta la corsa.
Percorso interattivo dei primi 60 km
Nei primi chilometri si dovrà affrontare uno strappo prima di Flumet, dove inizia l’ascesa verso l’Aravis. Questa non è particolarmente impegnativa, ma sulla carta (come ieri, dov’è rimasta solo lì) la lotta per la fuga dovrebbe favorire un passo molto elevato. Rapida discesa verso le Grand Bornand e si parte con la Colombiere, più lunga della prima, ma dura solo negli ultimi 4 km. La discesa non è tecnica, ma con l’asfalto bagnato nei suoi 16 km si può provare qualcosa.

Percorso interattivo del finale
I 17 km fondovalle permetteranno al gruppo di riorganizzarsi prima dell’impegnativo Col de la Ramaz (profilo ufficiale). Già vista in più occasioni al Tour de France (2003–video, 2010-video parte 1/parte 2), è dura e può favorire attacchi, soprattutto nei 2 km centrali al 10,2% di pendenza media. La discesa è sufficientemente tecnica da poter permettere azioni, soprattutto se sotto la pioggia.
Il problema arriva nel fondovalle: gli organizzatori hanno deciso di allungarlo di 2,3 km, senza apparente motivo visto che non c’è nessuna città abbastanza importante da poter aver pagato per il passaggio. Questo fatto peggiora ancora di più la sequenza, già non perfetta, quindi i big potrebbero decidere di aspettare lo Joux Plane. Questa è famosa per essere la più italiana delle salite francesi, nel senso che oltre alla lunghezza presenta rampe molto importanti. Si possono fare grandi differenze. È stata usata spesso da ASO, sia al Delfinato (2012–video) sia alla Grande Boucle (2000–video, 2006–video DisneyLandis). A seguire la meravigliosa ricognizione di @colcollective.
Passato il GPM non si inizierà subito a scendere, ma si dovrà prima affrontare il Col du Ranfolly. Da qui 8 km di picchiata molto tecnica e pericolosa se bagnata. Il finale è quello classico, con la curva ad 1,3 km dal traguardo che ha indotto all’errore moltissimi corridori, su tutti Roberto Heras nel 2000 mentre si giocava la vittoria di tappa.
Questa frazione è facilmente migliorabile, sia mantenendo la breve lunghezza, sia aggiungendo chilometri.

Togliendo la Ramaz, non collegata bene allo Joux Plane, si sarebbe potuto inserire lo Joux Verte dopo un primo passaggio a Morzine. Lo affronterei dal versante ovest, favorendo la sequenza. Se la corsa esplodesse sulla penultima salita, come probabile, si assisterebbe a circa 50 km di spettacolo e non ad un massimo di 23 come nella tappa originale.
Tenendo la Ramaz, ma inserendo comunque lo Joux Verte, si avrebbe un vero e proprio tappone -> Finale interattivo. Si potrebbe dire che una frazione così dura al penultimo giorno può bloccare la corsa, condizionando negativamente lo svolgimento delle tappe precedenti, ma è difficile attaccare meno di quello che si è fatto quest’anno. Questa sequenza è stata usata nel Tour 1981 (info dal fantastico dossier di PlataformaRC), ma con il Verte dal versante est.
Raffaele Filippetti (@raffilpt)