Meteo: è previsto un forte (30 km/h) vento da nord, quindi contrario nella prima salita e nel finale e laterale nel resto del percorso. Le ruote lenticolari potrebbero rivelarsi un rischio.
Una delle tappe più importanti di questa Grande Boucle. 37 km e mezzo di sforzo individuale. Non sarà la tradizionale (ormai non tanto) cronometro piatta e adatta agli specialisti, ma molto mossa e tecnica. Si parte subito con il naso all’insù: la Côte de Bourg Saint-Andréol con 6,6 km al 5% e gli ultimi 4 a circa il 6%. Non è un’asperità molto impegnativa, ma è piuttosto lunga e sulla bici da crono si sentirà la differenza.
Dalla cima, che costituirà il primo rilevamento cronometrico, i ciclisti troveranno il tratto più adatto ai cronoman: quasi 13 km di falsopiano in cui bisognerà avere le gambe dopo la prima salità e si dovrà avere la forza di spingere il lungo rapporto. Si entra così nella discesa del Col du Serre Tourre, particolarmente ripida (2,6 km all’8,6% di pendenza negativa) e con qualche curva cieca. La zona che segue il passaggio davanti al Pont d’Arc è tecnica dove sarà difficile mettersi in posizione aerodinamica.
Nel finale si torna a salire verso la Caverne du Pont d’Arc, con 3,3 km a quasi il 5%. La gestione delle forze sarà fondamentale, piantarsi qui sarebbe terribile in termini di perdita di tempo.
Il percorso generale del Tour avrebbe necessitato di un’altra crono, più adatta agli specialisti, nella prima settimana, così da invitare (e costringere) gli scalatori a sfruttare i Pirenei. In mancanza di questa avrebbero dovuto allungare la prova in Ardèche per renderela corsa più equilibrata.

Raffaele Filippetti (@raffilpt)
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