La Pau-Luchon è un classico della Grand Boucle (sarà affrontata per la 12° volta secondo il fantastico sito le dico du tour) e in quanto tale può essere rivisto, non perdendo però mai la sua essenza. Questo per quanto riguarda il percorso, perché, parlando dell’atteggiamento dei corridori, questo si che è cambiato. Il Tourmalet viene affrontato a ritmi blandi, come un GPM qualsiasi, senza gli attacchi kamikaze di un tempo.
La tappa era solita prevedere Aubisque, Tourmalet, Aspin e Peyresourde, ma quest’anno sono state apportate delle variazioni intelligenti, per migliorare la sequenza delle salite e favorire movimenti da lontano.
Meteo: le previsioni sono di nuovo contrastanti, ma si dovrebbe avere una classica giornata da Pirenei, con 30° di temperatura.
Si parte già in leggera ascesa verso il GPM che assegna il Souvenir Jacques Goddet. Molti, come ieri, proveranno ad entrare nell’azione del mattino ed è prevedibile un’elevata velocità media nella prima ora. Il traguardo volante presenta una pendenza del 3% e la lotta per la verde è più aperta di quello che ci si poteva aspettare a questo punto della corsa. Da qui in avanti 117 chilometri con 4 GPM e circa 3700 metri di dislivello positivo. -> Percorso interattivo
Subito dopo la volata si inizierà a scalare il colossale Tourmalet. Ormai sembra essere diventata una tradizione quella di farlo a passo cicloturistico, ma ci sarebbe terreno in abbondanza per provare azioni.
L’Aspin è stato sostituito con il più duro e spettacolare Hourquette d’Ancizan, dove sarà difficile inseguire. Una salita veramente bella per gli occhi. Alla fine della discesa, invece di puntare direttamente l’Azet, si fa un giro intorno a Saint-Lary-Soulan, classica mossa degli organizzatori per incassare più soldi dal comune, ma che purtroppo aggiunge pianura innecessaria tra le montagne.
Continuando il confronto con il disegno classico, l’Aubisque è sicuramente più duro dell’Azet, ma questo permette di minimizzare il fondovalle prima del Peyresourde. Conta con cinque chilmetri centrali ad una pendenza media dell’8,5% di media. In questo tratto si può fare la differenza, ma il comportamente dei favoriti mostrato ieri non lascia molte speranze.
Come a Saint-Lary-Soulan anche Loudenville, alla fine della discesa dell’Azet (piena di tornanti), ci sarà un tratto di pianura inutile dal punto di vista sportivo. Il Peyresourde non è particolarmente lungo, ma con un buon passo suoi precedenti colli può aprire distacchi importanti.
La discesa veloce e non particolarmente tecnica porterà direttamente a Bagneres de Luchon. Il finale è quello classico, con diverse curve nel centro della città.
Tappa disegnata molto bene, con una bella sequenza di salite con durezza decrescente. Il suo problema più grande è la posizione nella corsa: prima settimana, giusto prima del primo arrivo in salita di alta montagna. I favoriti potrebbero risparmiarsi in vista dei giorni successivi.
Raffaele Filippetti (@raffilpt)