Dopo 4 tappe in cui la pianura, lo stress e, in diversi momenti, la noia hanno dominato la scena, si arriva finalmente sul Massiccio Centrale, per la prima tappa veramente insidiosa di questa Grand Boucle. Come in ogni primo test, molti avranno paura della reazione delle loro gambe.
Meteo: è prevista una giornata fresca, con vento favorevole fino all’ultima salita dove diventerà contrario. Nell’ultimo chilometro invece dovrebbe essere favorevole.
I primi 165 km a prima vista sembrano pianeggiante, ma in realtà nascondono diversi metri di dislivello. Il traguardo volante arriva giusto dopo il primo GPM di 3° categoria che, seppur semplice, potrebbe farsi sentire nelle gambe dei velocisti puri.
Percorso interattivo del finale

A Salers inizia la fantastica sequenza finale, 50 chilometri con circa 1600 metri di dislivello positivo, apportati da quattro salite con pochissima pianura a dividerle. La prima asperità è il semplice Col de Neronne, poco più di un falsopiano, ma qui vedremo le squadre dei favoriti posizionarsi ed accelerare il ritmo in vista della seguente difficoltà: il Pas de Peyrol. Ufficialmente conta 5,1 km all’8,1% di media, ma presenta una parte decisamente più impegnativa, di 2,1 km all’11,6% di media secondo gli organizzatori, ma addirittura al 12,4% secondo quelli di cyclingcols.com. In anni recenti si è passati su questa salita (da un versante leggermente diverso, ma la parte dura era la stessa) nella tappa di Saint Flour durante il Tour 2011, ma questa era posta a più di 100 km dal traguardo.
Al termine di 12 km di discesa tecnica, lungo la quale nel 2011 ci fu una terribile caduta che coinvolse, tra i tanti, Vinokurov, si affronta il secondo e ultimo GPM di 2° categoria. Di pendenza media simile al precedente, ma con caratteristiche piuttosto diverse. Presenta comunque rampe importanti, compreso un chilometro a circa l’11%. Anche questa salita, come a sua volta la seguente, è stata scalata nella frazione del 2011 precedentemente citata.
Dopo 6 km di discesa si inizia l’ultima asperità, ben più blanda delle due precedenti, ma che dà comunque possibilità di vedere movimenti, soprattutto se ci fossero stati attacchi precedentemente. Qui si potrebbe pagare un’eventuale cotta dovuta al lungo chilometraggio ed al primo approccio con le montagne. Andarsene in solitaria non sarà semplice, soprattutto considerando gli squadroni presenti, ma un gruppetto di due o tre potrebbe sorprendere il gruppo.
Una breve discesa, con quattro tornanti in 1500 metri, porta alla fiamma rossa, con gli ultimi 700 in costante ascesa (6%) verso la stazione sciistica. Il finale è sicuramente adatto ai corridori più esplosivi ma anche il fondo sarà importante visto che si dovranno affrontare 216 km.
In definitiva, una tappa disegnata molto bene, con una sequenza di salite di durezza discendente (che favorisce gli attacchi) praticamente perfetta. L’unico peccato però è che essendo posizionata nella quinta giornata la lotta tra i big non è assicurata, mentre se fosse stata durante la seconda settimana avremmo potuto vedere attacchi da lontano e movimenti tattici da parte di qualche favorito. Comunque la lotta per la vittoria parziale dovrebbe rivelarsi molto divertente.
Raffaele Filippetti (@raffilpt)
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