Come detto ieri, il traguardo su uno strappo arriva alla seconda tappa. Di finali più o meno simili ne abbiamo visti in più occasioni nelle prime frazioni del Tour: Plumelec 2008 (profilo–video), Mont des Alouettes 2011 (profilo–video), Seraing 2012 (profilo–video) e Huy 2015 (profilo–video), per citare gli ultimi esempi.
Meteo: è prevista qualche possibilità di pioggia, soprattutto nelle prime ore, vento non molto forte, laterale-favorevole alla marcia del gruppo.
I primi 70 chilometri contano tre GPM di 4° categoria, con altri sali-scendi. Tutto questo sulla costa oceanica, con lo stress portato dalla possibile presenza del vento e dalla voglia di rimanere nelle prime posizioni. Come nella prima giornata lo sprint intermedio è completamente pianeggiante.
Percorso interattivo del finale
Gli ultimi 10 km si svolgono sulle strade di Cherbourg che, pur essendo larghe, sono comunque strade di città. La Côte d’Octeville aprirà le danze: 1,3 km al 4,6% secondo i dati ufficiali, ma i primi 400 metri sono a circa l’8%. Dopo quasi 2 km di pianura inizia l’ultima asperità. Rispetto a quelle elencate in precedenza è sicuramente la più lunga, più dura di tre su quattro (il Mur de Huy è sicuramente più impegnativo). Questo può dare un’idea della difficoltà reale.
L’ascesa è divisa in due da un falsopiano di 500 metri. La prima parte è marcata dal GPM di 3° categoria e presenta le rampe più importanti: dopo un inizio più abbordabile si gira verso Rue de Beauséjour e si affronta un tratto di 600 metri al 9% di media e punte del 14% (sembra che questa volta i dati di ASO non siano da buttare). La seconda è breve (700 m) e al 6% di media -> Segmento Strava.
Raffaele Filippetti (@raffilpt)