Con le dovute proporzioni, si ripete a grandi linee il disegno della tappa di Asolo. Con ben 240 km questa è la frazione più lunga di questa Corsa Rosa. Di questi i primi 175 sono completamente pianeggianti e, visto che ci si aspetta di nuovo una grande lotta per entrare in fuga, sono prevedibili altissime velocità nella prima ora.

Le previsioni per domani danno una giornata relativamente bella, con vento debole e qualche piccola possibilità di pioggia.

Si inizia a salire con la Colletta Cumiana, tutt’altro che impossibile, ma gli scalatori saranno contenti di vedere la strada puntare verso il cielo dopo così tanti chilometri in pianura. La corsa si infiammerà al primo passaggio sul traguardo, al chilometro 211, visto che dopo poche centinaia di metri si passerrà per la prima volta sullo strappo di San Maurizio, di cui parlerò in seguito.
Percorso interattivo della salita
Dopo meno di 4 km comincia l’ascesa del Pramartino dal terribile versante di San Pietro Val Lemina, con 4,65 km ad una pendenza media del 10,5% e punte al 17%. Il gruppo potrebbe esplodere in mille pezzi se i capitani mostrassero lo stesso atteggiamento di Andalo. Non è stato mai scalato in una corsa professionistica da questo versante, ma l’abbiamo visto affrontato in discesa nel Giro 2009 (in cui nel finale c’era uno strappo corto e duro, che iniziava in via Tosel e si concludeva proprio a San Maurizio, che ha visto l’attacco di Di Luca in maglia rosa – video – percorso interattivo) e nel Tour 2011 (a seguire il video).
Percorso interattivo del circuito
La discesa è tecnica e stretta, nel video precedente si può vedere mentre viene scalata. Arrivati a Villar Perosa i ciclisti si dirigeranno verso Pinerolo attraverso un terreno favorevole al lavoro di squadra.
A due chilometri e mezzo dall’arrivo si inizierà a scalare per la seconda volta lo strappo di San Maurizio, un muro di 540 metri al 12,8% di media, con un tratto di 250 m al 16,4% e punte al 20%. A rendere più difficile il tutto ci penserà il manto stradale in pavè.
Si scollina a 2 km dal traguardo, di cui 500 m sono in forte discesa e nell’ultimo chilometro e mezzo si contano 3 curve a 90°. Ricucire uno scatto sarà molto difficile. Questo finale può ricordare quello di Bergamo usato al Giro 2007 e al Lombardia 2014, con lo strappo in pavè verso la città alta.
Raffaele Filippetti (@raffilpt)