Dopo la giornata di riposo molti vorranno rifarsi e la tappa seguente è sempre molto pericolosa per possibili crisi, come ben sanno Van Garderen e Landa per citare gli ultimi casi. La frazione è molto corta ed esplosiva, solo 132 km, con due GPM di 2° categoria e uno di 3° all’arrivo.
Nei primi chilometri in discesa si prevede una partenza a razzo, con una buona parte del gruppo che proverà ad entrare in fuga. La lotta potrebbe potrarsi sulla prima salita di giornata, il lunghissimo Passo della Mendola. Qui, se qualche uomo di classifica volesse recuperare tempo o se ci fossere molti scatti per entrare nell’azione “mattutina”, potremmo vedere un ritmo molto alto, tanto da mandare in difficoltà qualche corridore della top 10. La lunga discesa dovrebbe riportare la calma in gruppo, a meno di crisi clamorose, e la fuga avrà l’unica possibilità di giornata di guadagnare terreno. Si passa per Cles, traguardo al Giro del Trentino di quest’anno.
Percorso interattivo del finale
Arrivati a Mezzolombardo inizia l’ascesa chiave di giornata, Fai della Paganella. L’abbiamo già vista in più occasioni in corsa: due volte al Giro del Trentino 2011 (video a seguire) e una al Trentino 2016 (video).
I primi 8,5 km presentano una pendenza media quasi dell’8%, mentre nel finale spiana leggermente. Va notata una piccola differenza nella salita rispetto ai precedenti: vicino alla cima viene presa una strada verso Piazza San Rocco, con una rampa del 15%. In realtà meriterebbe una categoria più alta, ma la classificazione del Giro è molto particolare.
Dopo solo 2,5 km di discesa veloce si inizia di nuovo a salire, verso Andalo questa volta. La parte più dura conta 2,5 km al 6,2%. Non molto difficile, da rapporto, in cui ci si aspettano diversi attacchi. L’ultimo chilometro e mezzo è in piano e negli ultimi 200 metri c’è una “S” abbastanza ampia.
A seguire un breve video della ricognizione di Francesco Moser e Jury Chechi, in cui dal minuto 1’45” si può osservare la “nuova” rampa.
Raffaele Filippetti (@raffilpt)