Tappa diametralmente opposta a quella precedente. Perfetta per imboscate, con salite dure e discese estremamente tecniche. Si potrebbe vedere un grande spettacolo, ma la gran pecca di questa frazione è la sua collocazione nella corsa: essendo posizionata giusto all’inizio del trittico montuoso molti leader potrebbero aspettare il tappone del giorno successivo o la cronoscalata dell’Alpe di Siusi (errore incredibile dell’organizzazione averla posizionata in ultima posizione, ma ne parlerò a tempo debito).

Le previsioni sono buone, con solo qualche possibile scroscio, ma generalmente dovrebbe essere una bella giornata.
Le possibilità della fuga sono buone e fin dai primi metri ci sarà previdebilmente una grande lotta. I 49 km pianeggianti iniziali potrebbero non bastare (probabilmente verranno completati in circa un’ora) e i tentativi probabilmente continueranno sul primo GPM di giornata, il Matajur. 8,3 km al 9,3% di media, con un tratto terribile di 5,8 km al 10,5%. Sono numeri molto importanti. Nel caos della fuga qualche big potrebbe anche provare a muoversi, situazione accaduta non poche volte.
La prima parte di discesa non è particolarmente difficile, ma dopo aver scollinato il Passo San Martino iniziano 4750 metri di strada estremamente tecnica e ripida in cui si può fare la differenza. Se la tappa fosse posizionata meglio qui qualcuno avrebbe potuto giocarsi la Corsa Rosa. Nemmeno un metro di pianura ed inizia l’ascesa di Crai i cui primi 4 km sono al 9,7% di media con punte del 16%. Si giunge al GPM dopo un tratto di falsopiano con continui sali-scendi. Di nuovo, tra San Pietro al Natisone e Ponte San Quirino c’è terreno in abbondanza per provare un colpo di mano -> Percorso interattivo.
Il lungo tratto pianeggiante (30 km) potrebbe portare ad un raggruppamento, con la fuga che dovrebbe guadagnare terreno. Nel caso in cui qualche big avesse attaccato sarebbe fondamentale per lui avere uno o più compagni in avanscoperta. Dopo la quiete, che sembra più che altro l’occhio del ciclone, torna la tempesta con l’inizio del Porzus (galleria fotografica): 7,4 km al 9,2%, molto regolare all’inizio e un po’ a scalini nel finale, con rampe fino al 16%. Qui potrebbe espoldere la battaglia tra i favoriti che continuerà negli 11 km di discesa molto tecnica.
Nemmeno il tempo di arrivare in fondo che si inizia di nuovo a salire verso Valle (sì, sembra un paradosso). Una sequenza praticamente perfetta: la prima ascesa più dura delle due, pochissima distanza e una discesa tecnica a dividerle. Nei suoi 5,2 km all’8,5% di media dovremmo vedere un bello spettacolo, con inseguimenti, attacchi e possibili crisi favorite dal disegno della tappa -> Percorso interattivo del finale.
Discesa nuovamente tecnica che porta agli ultimi 7 km in pianura. Se la corsa arrivasse completamente rotta potremmo vedere degli spettacolari testa a testa. Due curve nell’ultimo chilometro conducono alla retta d’arrivo, lunga 400 metri.
Raffaele Filippetti (@raffilpt)